Ex deportati insigniti alla memoria

Consegnate le medaglie dello Stato ai familiari ieri mattina in Prefettura

Alla Giornata della Memoria è seguita, da parte del prefetto Pierfrancesco Galante, la consegna, in Prefettura, delle medaglie dello Stato in ricordo degli ex deportati nei campi di sterminio nazisti. Consegna fatta ai familiari che vivono nel pordenonese. Diretto e, tutt’altro che formale, il discorso del prefetto che - ricordando il significato della Giornata della Memoria nell’anniversario della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz, da parte dei soldati sovietici dell’Armata Rossa il 27 gennaio 1945 - ha evidenziato come shoah ebraica e campi di sterminio nazisti siano figli d’intolleranza, populismo e nazionalismi che hanno dilaniato l’Europa nel ’900 e che, ancora oggi, causano tragedie. Il prefetto Galante ha consegnato le medaglie ai familiari degli ex deportati, assieme al sindaco di Pordenone Claudio Pedrotti e al vicepresidente della provincia Eligio Grizzo.

Sono stati insigniti della medaglia dello Stato, quasi tutti alla memoria, 11 deportati nei lager nazisti. Bruno Barzotto, studente di Pasiano, internato nel campo di sterminio di Dachau dal 2 novembre 1944 fino alla liberazione del lager, il 29 aprile 1945, per l’infermità contratta durante la prigionia è deceduto a 25 anni, il 18 settembre 1947. La sua decorazione è stata ritirata dal fratello Italo. Il padre Francesco Barzotto di Pasiano, segretario comunale, partigiano della 15ª Brigata Osoppo – Friuli è stato internato il 16 ottobre 1944 nel campo di sterminio nazista di Flossenburg, dove è morto a 53 anni, il 7 febbario 1945. Il figlio Italo ha ritirato la decorazione. Ferruccio Bravin, 88 anni, di Polcenigo, internato nel campo di sterminio nazista di Mauthausen, dal 10 settembre 1943 alla liberazione del lager l’1 maggio 1945, ha ritirato la decorazione al Quirinale, dalle mani del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Dionisio Cancian, apprendista di Pordenone, è stato deportato il 6 novembre 1944 nel campo di sterminio nazista di Buchenwald, dov’è deceduto, a 19 anni, il primo aprile 1945. La nipote Mafalda Pasin ha ritirato la decorazione. Pasqualino Concina, studente di Spilimbergo, subisce la deportazione a Munchen e in altri campi, dal 9 settembre 1943 al 21 agosto 1944, quando muore a 23 anni. Il fratello don Livio Concina, parroco di Pasiano, ha ritirato la decorazione. Nicolò Danelon, di Chions, subisce la deportazione in Germania dal 10 settembre 1943 all’8 maggio 1945. Il figlio Graziano ha ritirato la decorazione.

Achille Linari di La Spezia, è internato nel campo di sterminio nazista di Mauthausen dal 21 novembre 1944 al giorno della sua scomparsa a 36 anni, il 23 aprile 1945. L’onorificenza è stata ritirata dal nipote Giovanni Linari. Originario di Vezzano Ligure, Fabio Linari, viene deportato a Mauthausen dal 21 novembre 1944 al momento del suo decesso a 40 anni, il 27 gennaio 1945. Ritira la decorazione il nipote Giovanni Linari.

Ernesto Morson di Fiume Veneto, internato in Germania dal 9 settembre 1943 nei lager di Treier, Meggen e Menden, fino alla sua scomparsa, a 32 anni, il 14 aprile 1945. La nipote Cristina ha ritirato la decorazione. Anteo Gino Pitton, commesso di Pordenone, deportato a Buchenwald dal 6 agosto 1944, scompare a 18 anni nel campo di sterminio nazista, subito dopo la liberazione, l’8 maggio 1945. La decorazione viene ritirata dalla sorella Adelia. Rinaldo Rosset, 24 anni, di Pordenone, è internato a Dachau dal 29 novembre 1944 alla liberazione, l’1 maggio 1945. La figlia Sara ha ritirato l’onorificenza.

Sigfrido Cescut

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