Ex lager di Visco chiuso per i parlamentari del Pd

L’europarlamentare Debora Serracchiani e l’onorevole Ivano Strizzolo del Pd non sono stati fatti entrare nell’ex caserma Sbaiz di Visco che fu campo di concentramento fascista. Il Comune di Visco non ha infatti concesso l'ingresso adducendo motivi di sicurezza. Ma l'ex Sbaiz è sede frequentata di molte associazioni.
VISCO.
L’europarlamentare Debora Serracchiani e l’onorevole Ivano Strizzolo del Partito Democratico non sono stati fatti entrare ieri mattina nell’ex caserma Sbaiz di Visco, sito che nel corso del secondo conflitto mondiale ospitò all’ex campo di concentramento fascista. L’amministrazione comunale di Visco non ha infatti concesso ieri mattina il consenso ad entrare nella struttura adducendo motivi di sicurezza.


«Un ostracismo assurdo - ha spiegato Serracchiani – perché noi, tramite un consigliere comunale, avevamo fatto regolare domanda per accedere all’area che, tra l’altro, è sede della Protezione civile e di altre associazioni locali che ne fruiscono ogni giorno».


La Serracchiani ha detto di «voler conoscere l’area dell’ex campo di concentramento per capire se vi siano possibilità di attingere a fondi europei per la salvaguardia della memoria. Come è stato fatto in Normandia e in altri paesi d’Europa – ha spiegato - intendiamo agire anche per il campo di Visco. Anche per questo non capiamo l’atteggiamento dell’amministrazione comunale».


Anche l’onorevole Ivano Strizzolo è dello stesso avviso annunciando che è stato concordato con l’Associazione Terre di Confine coordinata dallo storico Ferruccio Tassin e con il consigliere di minoranza Claudio Simeon una nuova visita all’ex campo di concentramento per la giornata della Memoria celebrata il prossimo 27 gennaio.


Assieme all’europarlamentare Serracchiani e l’onorevole Strizzolo di fronte al cancello dell’ex caserma erano presenti anche i consiglieri regionali Paolo Menis e Igor Gabrovec e il sindaco di Campolongo Tapogliano, Giovanni Cumin. «Le posizioni predominanti sul problema sono sostanzialmente due – commenta il capogruppo di minoranza vischese Moreno Zago docente di sociologia del confine all’Università di Trieste - Per lo storico vischese Ferruccio Tassin, il vincolo di parte della caserma è necessario perché non si smantellino le tracce del campo e perché non si “dimentichino” gli orrori che qui, come in altri campi, sono stati perpetrati.


Per l’attuale amministrazione del paese, predominano gli aspetti economici derivanti dalla vendita di parte della caserma e la tutela della salute dei cittadini per la presenza di amianto nei tetti dei fabbricati. Queste posizioni si trascinano da anni provocando un incancrimento della contesa. Infatti, non è credibile che il primo non abbia a cuore il benessere dei cittadini di cui è stato consigliere comunale per anni, così come non è pensabile che i secondi non siano sensibili alla memoria e alla salvaguardia di un pezzo di storia importante del paese. Eppure, si è finiti a non sapersi più ascoltare e a non volersi più capire».


Dalla minoranza la proposta a istituire un tavolo di lavoro congiunto per procedere a una progettazione complessiva dell’area della caserma: «Ora, si deve passare dalla promozione e tutela alla realizzazione di qualcosa di concreto e visibile che possa avvicinare visitatori. Questo lo si potrà fare solo combinando la conoscenza della storia con una buona dose di pragmatismo economico».


Gessica Mattalone

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