Ex Upim, rivisti i progetti addio al mega-edificio

Udine, la Rizzani costruirà un palazzo simile all’attuale sfruttando il Piano casa. Ma resta il nodo dell’ingresso al parcheggio. L’opposizione: serve chiarezza

UDINE. Il nuovo palazzo ex Upim sarà un edificio tradizionale a corte con l’apertura verso piazza Duomo, monolitico, con destinazione commerciale e residenziale. L’attuale edificio sarà in buona parte abbattuto e nello stesso luogo sorgerà un immobile più basso di palazzo D’Aronco con il piano terra rivestito in pietra e tutto il resto in intonaco.

L’intervento si configura come una ristrutturazione edilizia e per questo il gruppo Rizzani de Eccher chiederà il permesso a costruire con il Piano casa.

In questo modo la proprietà spera di superare la scheda norma del nuovo Piano regolatore che prevede, invece, la stipula di un Piano attuativo comunale (Pac). Il progetto sarà depositato la prossima settimana in Soprintendenza alle Belle arti, la quale avrà 120 giorni di tempo per esprimere un parere.

Ma resta il nodo dell’ingresso al parcheggio sotterraneo visto che il Comune fa leva sulla scheda norma del Piano regolatore che esclude «aggravi di incremento di traffico nella zona pedonale».

Dal progetto sempre a firma dell’archistar, Rafael Moneo, sono sparite le cosiddette torri e anche il mini parco commerciale previsto nel piano interrato per far vivere in modo diverso questa parte di città.

E se l’obiettivo della proprietà era costruire attorno all’attuale palazzo ex Upim «uno strumento urbanistico adeguato con un accordo di programma» tutto ciò è venuto meno a seguito della bocciatura del progetto da parte della Soprintendenza e dei vincoli urbanistici previsti dal Piano regolatore.

«Abbiamo messo da parte la volontà di costruire la grande opera» ha spiegato, ieri sera, l’amministratore della società, Luca Fantin, alla commissione Ambiente convocata dal presidente, Mario Canciani (Innovare), su sollecitazione del Movimento 5 Stelle. Da qui la decisione di realizzare un edificio compatto, in sagoma con l’attuale, rispettoso delle distanze (10 metri) dagli altri edifici con gli ingressi esistenti, compreso il passo carraio su via Savorgnana che introduce ai parcheggi sotterranei.

«Considerato che non modifichiamo il numero dei parcheggi e che non vogliamo fare nulla di più di una normale ristrutturazione auspichiamo che ci venga rilasciato il permesso a costruire senza ricorrere al Pac» ha concluso Fantin mettendo in conto ulteriori colloqui con il Comune.

Da parte sua l’assessore alla Pianificazione territoriale, Carlo Giacomello, ha insistito sul fatto che la commissione non andava convocata proprio perché il progetto non è ancora stato depositato in Comune. «Con la Rizzani - ha aggiunto - non c’è alcun braccio di ferro, è un iter che sta andando avanti. Per quanto riguarda l’ingresso al parcheggio stiamo cercando una soluzione alternativa in base alle esigenze della proprietà».

Diversa l’opinione di Paolo Perozzo (M5S): «Usciamo da questa sala senza sapere che richieste fa la maggioranza a de Eccher e viceversa. Questo pudore reciproco non serve a nessuno». Dello stesso avviso il capogruppo di Identità civica, Loris Michelini, secondo il quale l’opposizione «per conoscere come stanno realmente le cose chiederà un incontro al vertice del gruppo immobiliare».

A prendere le difese della maggioranza è stato Andrea Sandra di Sel il quale, associandosi alla richiesta del percorso partecipato, ha aggiunto: «Abbiamo il dovere giuridico e morale di fare in modo che ogni intervento sia rispettoso delle leggi che sono chiare e lasciano poco spazio alla discrezionalità della giunta e del consiglio. Non si può - ha evidenziato rivolgendosi all’opposizione - criticare un certo modo di fare politica quando il cambiamento è fare demagogia».

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