Export, nel 2012 il Fvg ha perso il 10,4%

Il monitor di Intesa SanPaolo sui distretti. Male elettromeccanica, sedia e mobili. Migliorano vino, coltelli e San Daniele

UDINE. L’export dei distretti del Friuli Venezia Giulia è diminuito, l’anno scorso, del 10,4% (del 14,9% nell’ultimo trimestre), ma rispetto ai livelli pre-crisi (2007) il ritardo supera, in alcuni settori, anche il 50 per cento.

La conferma arriva dal monitor dei distretti industriali del Triveneto (34 tradizionali di cui 7 in Fvg, più 3 poli tecnologici) aggiornato a dicembre 2012 e realizzato dal servizio studi e ricerche di Intesa Sanpaolo per conto di Cassa di Risparmio del Veneto, Carive, CariFvg e Btb. «Nel 2012 l’export dei distretti triveneti è rimasto fermo sui livelli del 2011 (23,7 miliardi). Il lieve aumento delle esportazioni dei distretti del Veneto (+3%) e del Trentino Alto Adige (+1,9%) è stato annullato dal forte calo che si è verificato tra i distretti del Friuli Venezia Giulia (-10,4%)». L’export delle nostra regione conferma, dunque, il difficile momento, soprattutto la componentistica e il comparto elettromeccanico, la sedia di Manzano e il mobile di Pordenone. Nel complesso, l’anno scorso, le esportazioni hanno subito una riduzione del 10,4%, lasciando sul terreno 520 milioni di euro in un solo anno.

Prima della crisi

Rispetto al del 2007 il gap è molto vicino a 1,5 miliardi di euro, una cifra enorme che ha causato un significativo ridimensionamento dell’avanzo commerciale, sceso a 3,74 miliardi nel 2012 dai 5 miliardi circa del 2007. Dei sette distretti della regione mappati e monitorati dal Servizio studi e ricerche di Intesa Sanpaolo, cinque sono in grave ritardo rispetto ai livelli di export pre-crisi, con punte negative superiori al -50% per le sedie e i tavoli di Manzano e al -40% per gli elettrodomestici di Pordenone. Al di sopra del 20% è il differenziale negativo per la componentistica e termoelettromeccanica friulana, il mobile di Pordenone e il prosciutto di San Daniele. Soltanto i coltelli e forbici di Maniago e i vini del Friuli registrano livelli record in termini di export. «Questi dati – si legge nel Monitor – danno l’idea della criticità del momento, soprattutto se si considera che in questi ultimi anni le maggiori opportunità di crescita sono venute dai mercati esteri, in presenza di un mercato interno caratterizzato dalla caduta della domanda di beni di investimento e dal calo dei consumi, soprattutto durevoli, causato dal progressivo ridimensionamento dei redditi reali disponibili».

Il raffronto con 2011-2012

Il 2012 si è confermato un anno negativo per la componentistica e termoelettromeccanica friulana, che ha subito una riduzione dei valori esportati pari al 15% (più di 500 milioni) e, vista la sua rilevanza, ha condizionato la performance complessiva dei distretti friulani. Si sono poi ridotte le esportazioni dei due distretti della regione specializzati in mobili: Pordenone (-9%) e Manzano (-2,1%). Migliore è apparso l’andamento degli altri quattro distretti della regione, con aumenti di export significativi per i due distretti del sistema casa (elettrodomestici di Pordenone e coltelli e forbici di Maniago) e per il prosciutto di San Daniele. È rimasto poi in territorio positivo il distretto dei vini del Friuli. Gli elettrodomestici di Pordenone (+14,4% nel 2012) sono stati trainati dalla Germania e dalla Francia, prime due destinazioni commerciali del distretto.

È cresciuto anche l’export diretto in Svezia, Belgio, Danimarca e in Russia. I coltelli e forbici di Maniago (+9%) sono andati particolarmente bene in Germania, Austria e Russia. Il prosciutto di San Daniele (+10,4%), invece, ha compensato il nuovo arretramento in Germania, crescendo in Francia, Slovenia e Belgio. I vini del Friuli (+3,9%), infine, hanno consolidato la loro presenza negli Stati Uniti e in Germania e hanno fatto il loro ingresso in Cina, Repubblica Ceca, Giappone e Russia.

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