F-16 caduto, il pilota morto per asfissia

AVIANO. Morto per asfissia, come se il casco o qualche laccio, forse lo stesso laccio che tratteneva il casco o la maschera che eroga l’ossigeno, gli avessero impedito di respirare, facendogli perdere i sensi. Lucas Gruenther, 32 anni, il pilota statunitense dell’F-16 del 31º Fighter Wing di Aviano precipitato nel mare Adriatico il 28 gennaio durante un volo d’addestramento, è morto così. Lottando per respirare. È la prima risposta fornita dall’esame autoptico, effettuato ieri a Pesaro, sul corpo dello sfortunato maggiore dell’Usaf. Una risposta che giunge a poche ore di distanza dalla celebrazione nella base pedemontana in memoria dell’ufficiale statunitense, secondo le volonta espresse dai familiari, i quali hanno voluto che a commemorare il loro caro oggi, ad Aviano, fossero colleghi e amici, i numerosi amici che Gruenther aveva voluto accanto a sè nei tre anni di permanenza in Friuli.
La procura. L’anatomopatologo Raffaele Giorgetti, dell’Istituto di medicina legale degli Ospedali Riuniti di Ancona, che ieri ha affettuato l’autopsia – presenti anche consulenti statunitensi – si è riservato di fornire ulteriori elementi più dettagliati alla procura della Repubblica di Pesaro, la quale gli ha affidato la perizia. La relazione finale del medico e il fascicolo di indagine saranno successivamente trasmessi alla procura di Ravenna, competente per territorio. Dalla perizia emerge anche che a causare l’incidente non sarebbe stato un difetto tecnico del velivolo, tantomeno un evento imprevedibile esterno. Passaggi burocratici, elementi che si aggiungono ad elementi per ricomporre un quadro complesso, nel quale ancora mancano vari particolari. Uno su tutti: il decesso è sopravvenuto dopo il lancio col seggiolino? Gli esperti della commissione d’inchiesta militare americana, insediatasi nei giorni scorsi in base ad Aviano, avranno tempo tre mesi per fornire le risposte a questi e agli altri quesiti tuttora aperti su una vicenda che ha destato profonda sensazione anche Oltreoceano.
Cordoglio nel web. Nel web si moltiplicano le attestazioni di cordoglio, di vicinanza alla famiglia del maggiore, in particolar modo alla moglie Cassy, in attesa della primogenita. Al tempo stesso aumentano i siti e i profili Facebook dedicati a Gruenther, «l’amico Lucas», «l’eroe Lucas» come più di qualcuno l’ha ricordato. Oggi in Base ad Aviano si ricorderà il maggiore pilota appassionato del volo e della montagna, che aveva eletto il Friuli a sua seconda patria. E il pensiero va a un altro triste giorno, di 18 anni fa, quando la comunità americana pedemontana si strinse attorno ai famigliari del capitano Marck P.McCarthy, 31 anni, anch’egli deceduto durante una missione in volo. Anch’egli precipitato col suo F-16 in Adriatico. Vite e destini che si incrociano.
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