Famiglia bloccata all’ultimo istante

Quattro udinesi dovevano partire ieri per Marsa Alam. «Era una vacanza sognata, ma la situazione è precipitata»

UDINE. «Papà, ma se partiamo, moriremo tutti?». Dovevano essere vacanze sul Mar Rosso, sognate chissà quante volte e prenotate da mesi. Invece un’intera famiglia udinese, genitori e due figli, è stata fermata ieri, all’ultimo momento, prima di imbarcarsi sull’aereo che l’avrebbe portata a Marsa Alam, spiaggia di sabbia bianca, barriera corallina e pesci dai mille colori. L’Egitto è in fiamme, troppo pericoloso partire, anche se nei resort per turisti sembra che, almeno per il momento, non vi siano problemi.

Matteo Davanzo e la moglie Cristina Quaglia, titolari del bar Cantoni, nella zona di via Pradamano, sono stati, loro malgrado, protagonisti di questa disavventura.

«Era una settimana programmata, doveva essere la nostra vacanza perfetta, tutti insieme - spiega l’uomo -. Avevamo acquistato un pacchetto molto interessante, dal punto di vista economico, ancora quattro mesi fa, in aprile, quando la situazione, in Egitto, sembrava assolutamente tranquilla.

Il decollo era previsto dall’aeroporto di Verona, a quest’ora dovevamo essere già in viaggio. Invece ieri sera (venerdì per chi legge, ndr) ci hanno avvertito che i voli erano stati bloccati. Purtroppo l’agenzia di viaggio alla quale ci eravamo appoggiati era chiusa per ferie, così anche noi abbiamo avuto notizie molto frammentarie». Il gestore del Cantoni aveva seguito attentamente l’evolversi della crisi, ma fino all’ultimo aveva sperato che le cose, in qualche modo, potessero tornare alla normalità. «In questi ultimi giorni - spiega - io e mio figlio monitoravamo costantemente gli eventi, ci siamo informati tramite Internet, poi tutto è precipitato. Fino a Ferragosto, a dire il vero, sarei partito.

Poi da venerdì ho avuto sempre più dubbi, la preoccupazione è aumentata, eravamo molto titubanti. Nelle ultime notti, a dire il vero, abbiamo dormito con difficoltà, la paura in questi casi ti prende e poi non ti molla. Se non ci fosse stato il blocco deciso dal ministero, forse saremmo lo stesso andati a Verona, per vedere sul posto com’era la situazione, ma francamente non so se ci saremmo imbarcati. In ogni caso non sarebbero state ferie, nè tantomeno relax».

Nel pomeriggio la moglie di Davanzo, Cristina Quaglia, riesce a ottenere qualche informazione in più. «Sono stata tre ore e mezza in agenzia - racconta - poi finalmente hanno saputo dirci qualcosa. Il nostro tour operator ha cancellato i voli per il Mar Rosso fino al primo settembre, ci avevano offerto delle alternative, ma tutte con partenze dalla prossima settimana in poi, date che non ci sarebbero state congeniali. Così opteremo per un buono da spendere per un’altra vacanza, oppure ci faremo rimborsare, vediamo quale sarà l’opzione migliore.

Certo non si poteva andare via in queste condizioni, la sicurezza non sarebbe stata garantita. E poi c’è il dramma di tanta gente, in Egitto, che sta soffrendo, sicuramente non sarebbero state vacanze da vivere in serenità, anche se era da tanto che le aspettavamo».

Intanto dopo gli ultimi sviluppi della vicenda egiziana, il Codacons annuncia un’azione collettiva in favore degli italiani rimasti bloccati in questi giorni all’interno di resort e strutture ricettive dell’Egitto. «Diciannovemila connazionali si trovano attualmente nelle località turistiche del Paese africano, “prigionieri” di alberghi e villaggi dai quali è vivamente sconsigliato uscire - spiega l’associazione -. L’impossibilità di effettuare escursioni nelle più importanti città egiziane e di uscire dai resort turistici, associata alla paura per una situazione di pericolo e di estrema instabilità, rappresentano un danno per tutti quegli italiani che attualmente si trovano in Egitto, danno per il quale gli utenti devono essere adeguatamente rimborsati».

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