Fanna, ferisce l’amico con l’accetta: arrestato

Dopo l’aggressione, l’uomo si è messo in poltrona a guardare la tv. La vittima è stata operata al polso: non è grave

FANNA. Ha colpito con un’accetta il convivente, al culmine di una lite e verosimilmente in preda ai fumi dell’alcol. Poi, si è seduto sul divano di casa, a guardare la televisione e a sorseggiare alcolici.

Nel frattempo il ferito, uscito di casa, ha chiamato il 118, attendendo i soccorsi seduto sul marciapiede in stato confusionale. E’ accaduto l’altra notte, in un’abitazione di via Montelieto, a Fanna.

Arrestato, per l’ipotesi di reato di lesioni personali gravi, Anton Forcos, 34 anni, romeno domiciliato a Cavasso Nuovo; operato nella notte l’amico, Gabriell Woznic, polacco di 35 anni, di Fanna.

E’ stata la vittima, dunque, alle 2 di ieri, a chiamare il 118. All’arrivo del personale sanitario e dei carabinieri del Norm di Spilimbergo e delle stazioni di Maniago e Meduno, il polacco era seduto sul marciapiede, a pochi metri da casa, semicosciente, col polso sanguinante e protetto da un asciugamano.

E’ stato portato all’ospedale Santa Maria degli Angeli di Pordenone dove è stato operato d’urgenza dall’equipe medica del reparto di microchirurgia della mano per una profonda ferita all’avambraccio: è stato dichiarato fuori pericolo e i medici hanno potuto sciogliere la prognosi. Guarirà in 30 giorni.

«E’ stato lui», ha detto il 35enne ai carabinieri indicando il convivente e prima di salire in ambulanza. Il romeno, nel frattempo, si era seduto sul divano, con i vestiti ancora sporchi di sangue: stava guardando la televisione e bevendo alcolici.

Muri e pavimenti dell’appartamento in disordine presentavano evidenti segni della lite, con tracce ematiche dappertutto, tanto che gli inquirenti hanno potuto definire i luoghi dell’aggressione. Sulle pareti e sugli infissi, i segni delle accettate che avevano mancato la vittima.

Il presunto aggressore inizialmente ha smentito di avere colpito l’amico con l’accetta salvo poi cadere in contraddizione al racconto dell’accaduto. I carabinieri, dunque, lo hanno portato in caserma, a Spilimbergo, dove poi è stato tratto formalmente in arresto.

Nel frattempo, altri militari hanno recuperato l’arma utilizzata per compiere l’aggressione: era stata gettata dietro una siepe, nei pressi dell’abitazione. Pare che i motivi del gesto siano riconducibili a una convivenza diventata difficile con il passare del tempo. Già oggi potrebbe essere celebrato il processo per direttissima.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto