Fattura elettronica, i commercialisti: «Sanzioni graduali e detrazioni fiscali»

Siciliotti, l’ex numero uno nazionale della categoria: il percorso va condiviso, non lasciamo sole le aziende. La digitalizzazione comporta investimenti in tecnologia

UDINE. «Il mondo va in quella direzione, non possiamo esimerci dall’introduzione della fattura elettronica». Il commercialista udinese Claudio Siciliotti, già presidente dell’Ordine nazionale dei dottori commercialisti, prova a fare chiarezza sulla nuova procedura informatica che entrerà in vigore tra pochi giorni, a gennaio 2019.

Lo fa collocandosi dalla parte delle aziende che si stanno caricando sulle spalle gli oneri richiesti dall’operazione: dalla formazione agli investimenti tecnologici. «Forse – sottolinea – qualche riflessione sui crediti d’imposta andrebbe fatta».

A Siciliotti piace immaginare la stessa operazione fatta senza imposizioni e in collaborazione con i titolari di partita Iva. Gli stessi che saranno obbligati ad adeguarsi alla riforma. «La digitalizzazione comporta investimenti in tecnologia che non possono essere lasciati sulle spalle delle imprese», insiste auspicando che venda data la possibilità di detrarre, sotto forma di credito d’imposta, una parte dei costi sostenuti.

A sostegno della sua tesi, Siciliotti cita l’esempio del Brasile dove «a chi conserva gli scontrini fiscali viene riconosciuto uno sconto sull’Iva. In questo caso se il commerciante non mi fa lo scontrino io lo pretendo perché avrò una minima compartecipazione dello Stato».

Insomma, la sintesi è: «Introduciamo pure la fattura elettronica ma facciamolo bene con un meccanismo sanzionatorio graduale». E ancora: «Lo Stato supporti la formazione. Le grandi trasformazioni non si fanno solo con le leggi, bisogna accompagnare i cittadini a una condivisione diversa».

Detto questo, il commercialista sposta l’attenzione sulle ricadute che il nuovo sistema comporterà anche nel mondo dei professionisti che tengono le contabilità delle imprese. «Cambierà il modo di fare la professione: «Se finora il nostro lavoro è stato basato solo sulla tenuta della contabilità con la fatturazione elettronica questo aspetto perderà peso. Avremo più tempo per dedicarci alla consulenza strategica, diventeremo narratori di dati finiti».

Siciliotti paragona le proteste contro la fattura elettronica a quelle che avevano accompagnato l’introduzione dello scontrino fiscale. Anche allora sembrava di andare incontro a mille difficoltà che poi sono state superate. Il cambiamento spaventa ma non si può interrompere. L’altro esempio citato da Siciliotti è il commercio online: «Fino a qualche tempo fa la gente diceva di acquistare in rete solo per far vedere quanto brava era, ora invece facciamo il contrario e non lo diciamo».

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