Fattura elettronica nel caos tra ritardi, disguidi e incertezze

Piccoli imprenditori in difficoltà, molti devono imparare a usare il computer. Confartigianato: speriamo che il sistema regga, prevediamo diversi problemi

UDINE. «Ci mancava solo la fattura elettronica. Una norma costosa che rischia di favorire la chiusura delle piccole imprese». Graziano Tilatti, il presidente di Confartigianato Udine, va giù duro contro quella che definisce «l’ennesima complicazione pensata per colpire chi lavora, chi produce reddito e chi crea lavoro».


FATTURA ELETTRONICA: L'OBBLIGO SCATTA DAL 1° GENNAIO 2019 E RIGUARDA:


- Tutte le operazioni tra titolari di partita Iva

- Tutte le operazioni tra soggetti con partita Iva e i privati senza partita Iva .Sono esonerati dall'emissione i contribuenti minimi e i forfettari. L'obbligo dell'emissione viene meno nei confronti di imprese e persone fisiche residenti all'estero. La fattura elettronica deve essere in formato XML. Può essere usato il software di una società
privata o il servizio gratuito messo a disposizione dall'Agenzia delle entrate

- Quando si emette: la fattura elettronica non cambia le regole generali di emissione. Dal 1° gennaio al 30 giugno 2019 non saranno applicate sanzioni nel caso di tardiva emissione effettuata entro il termine di liquidazione dell'Iva di periodo. E' possibile delegare un professionista a emettere e ricevere la fattura elettronica che dal 1° luglio 2019 va fatta entro 10 giorni dall'effettuazione dell'operazione.

- Come si riceve: viene recapitata dal Sistema di interscambio (Sdi) a un indirizzo Pec o su un canale telematico gestito dal cessionario/committente. Il destinatario della fattura elettronica può delegare alla ricezione un soggetto terzo, un intermediario o un provider.

- Come si conserva: in formato XML, Pdf, Jpg, Txt.

 

Da gennaio migliaia di partite Iva, artigiani, commercianti e liberi professionisti, dovranno adeguarsi al nuovo sistema di fatturazione. Un sistema già in vigore per i fornitori delle pubbliche amministrazioni, che obbliga i piccoli imprenditori a utilizzare il formato elettronico e a inviarlo al sistema di interscambio (Sdl) dell’Agenzia delle entrate.

 

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Sarà proprio l’Agenzia delle entrate a recapitare, una volta controllato, il documento lo trasmetterà ai destinatari. Lo farà online. La nuova procedura si preannuncia come una rivoluzione contabile che se ha il merito di favorire i controlli e di limitare il consumo di carta, anche tra gli addetti ai lavori crea più di qualche perplessità. Ecco perché c’è chi spera nel rinvio.



«Tra il fornitore e il cliente si pone il sistema di interscambio. È un cambiamento epocale, che richiede l’alfabetizzazione informatica dell’intera popolazione», spiega la funzionaria di Confartigianato Udine, Raffaella Pompei, alle prese con decine di persone che, ogni giorno, vogliono saperne di più.


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Le maggiori difficoltà vengono segnalate soprattutto dagli imprenditori di una certa età. Sono loro a rapportarsi malvolentieri con il computer che, alle volte, non hanno neppure a disposizione. Lo stesso vale per una buona percentuale di clienti visto che la fattura elettronica creerà più di qualche confusione pure ai destinatari ai quali verrà spedito comunque il documento cartaceo anche se, questo, non avrà alcun valore.


Questi passaggi si possono superare delegando a un professionista sia l’emissione che il recepimento della fattura elettronica. Ed è proprio in questo caso che l’impresa va incontro a ulteriori costi.
 



«Il cliente potrà trovarsi in difficoltà se vorrà verificare la corrispondenza dei dati tra la copia cartacea e quella trasmessa all’Agenzia delle entrate», chiarisce la funzionaria di Confartigianato nel ricordare che comunque gli eventuali disallineamenti emergeranno nel corso della compilazione della denuncia dei redditi. In quell’occasione saranno gli operatori dei Caf o i commercialisti a correggere gli errori.



Chiariti questi aspetti resta la preoccupazione sulla tenuta del sistema. Soprattutto nella fase di decollo, il rischio di un possibile inceppamento del meccanismo non viene escluso. «Confartigianato – continua la funzionaria che con la sua struttura segue circa 2.800 aziende – ha fatto sforzi enormi per formare il personale, chiarire i dubbi e mettere in condizioni tutti di usare le fatture elettroniche. Ha organizzato decine di riunioni e preparato un vademecum che resta a disposizione nei nostri uffici».


Ma non basta perché nonostante gli sforzi fatti, i problemi emergono continuamente. Il software è stato messo a disposizione tardi e non tutti i nodi sono stati sciolti. «Non abbiamo ancora – sottolinea Pompei – preso dimestichezza con la nuova procedura».



Gli artigiani hanno già ottenuto la cancellazione delle sanzioni nel caso in cui la modalità venga eseguita correttamente ma in ritardo rispetto alle scadenze fissate. Fino al 30 giugno del prossimo anno non saranno applicate sanzioni nel caso di tardiva emissione effettuata entro il termine di liquidazione dell’Iva di periodo, mentre dal 1°luglio la fattura potrà essere emessa entro 10 giorni dall’effettuazione dell’operazione. E se la data di emissione sarà diversa da quella di effettuazione, tale data andrà indicata in fattura.



È una corsa contro il tempo e le software house sono spesso in affanno. «L’Agenzia delle entrate – chiarisce la funzionaria – non ha ancora elaborato una circolare completa per rispondere a tutti i dubbi». E ancora: «La preoccupazione c’è, speriamo che il sistema tenga. Paventiamo disguidi».


Tilatti se ne rende conto e insiste a dire: «La fattura elettronica sta creando tanti e troppi problemi, se andrà avanti di questo passo le piccole imprese saranno costrette a chiudere».



Pur riconoscendo gli aspetti positivi dell’operazione, il presidente di Confartigianato Udine è convinto che si tratta dell’ennesimo balzello che farà lievitare i costi. «Gli artigiani dovranno avere un operatore accreditato e tutto questo costa». Tilatti spera ancora che da Roma arrivi una proroga: «Sarebbe il caso – ripete –, in fondo basterebbe obbligare a inviare la fattura già emessa anche all’Agenzia delle entrate».



Altrettanta preoccupazione emerge dal mondo degli agricoltori, dei commercianti e degli addetti al lavoro. Tutti sono riconoscono la bontà di un’idea tradotta male.

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