Fattura elettronica, parlano i politici: «È l’ennesimo balzello, necessaria la proroga»

Le richieste di Fdi e progetto Fvg. Presentate interrogazioni in Consiglio regionale

UDINE. Anche i politici regionali si stanno muovendo contro la fattura elettronica. Progetto Fvg ha presentato un’interrogazione in Consiglio regionale sollecitando la Regione a far sentire la voce delle piccole imprese friulane a Roma. Altrettanto hanno fatto i parlamentari di Fratelli d’Italia-An: il senatore Luca Ciriani ha chiesto di posticipare l’obbligo della fatturazione elettronica di un anno.

A gennaio 2020.. Al momento però non è successo nulla. Entrambi i documenti non sono stasti ancora discussi in aula. L’obbligo della fatturazione elettronica permane come pure le preoccupazioni delle piccole imprese.

«L’interrogazione non è ancora stata calendarizzata», spiega Giuseppe Sibau che con il capogruppo, Mauro Di Bert, e i colleghi Edy Morandini e Christian Vaccher, ha firmato l’interrogazione di Progetto Friuli. «La protesta è generalizzata – aggiunge –, se prima di assumere questa decisione avessero parlato con i rappresentanti delle categorie economiche si sarebbero resi conto che non era il caso di introdurre anche questo obbligo».

Tutto questo – sono sempre le parole di Sibau – «si tradurrà in un aumento di costi annuale di circa 250 euro». Il motivo è presto detto: «Anche per ragioni anagrafiche, molti piccoli imprenditori non sono in grado di gestire il sistema elettronico e i commercialisti per gestire questa procedura, chiedono circa 20 euro al mese».

Il consigliere di Progetto Fvg (il movimento è rappresentato in giunta dall’assessore alle Attività produttive, Sergio Bini) insiste a dire che il «compito delle Istituzioni e quindi di questa Regione è quello di difendere, con soluzioni puntuali, il lavoro degli artigiani che con le loro piccole imprese, spesso a carattere familiare, contribuiscono alla formazione del valore aggiunto dell’economia regionale».

«Gli strumenti dissuasori dell’evasione fiscale – sottolineano i consiglieri di Progetto Fvg-Ar – non dovrebbero gravare sui costi a carico della categoria che li deve applicare. Per questo chiediamo alla Regione di attivarsi per ottenere un urgente confronto con il Governo e per farsi portavoce della preoccupazione e del malcontento manifestato dalle piccole imprese e della categoria per favorire interventi economicamente non penalizzanti per gli operatori che costituiscono il motore dell’economia regionale».

Da qui la riflessione di Di Bert: «Accanto agli artigiani pure il mondo agricolo è in subbuglio, le imprese non ce la fanno a gestire anche questo provvedimento». Di Bert comprende che il percorso informatico sarà inevitabile, ma «se proprio bisogna percorrere questa strada – insiste –, esentiamo almeno i piccoli imprenditori dall’applicazione delle sanzioni». E ancora: «Non possiamo dimenticare che se saltano le imprese saltiamo tutti».

Sulla stessa lunghezza d’onda il gruppo Fratelli d’Italia-An. Il senatore pordenonese Luca Ciriani, insiste a chiedere al Governo «un passo indietro sulla fatturazione elettronica». A livello regionale il consigliere, Claudio Giacomelli, ha ufficializzato la stessa richiesta depositando una mozione a Trieste. Attraverso il documento, il rappresentante di Fratelli d’Ialia chiede la modifica della norma.

Secondo Fratelli d’Italia, l’obbligo della fatturazione elettronica è «una “rivoluzione pensata soprattutto per grandi e grandissime imprese già dotate di specifici uffici». I piccoli imprenditori del Friuli Venezia Giulia, invece, saranno «costretti a interrompere il lavoro per seguire le procedure della fatturazione elettronica».

Giacomelli sollecita insomma il “presidente Fedriga e la sua giunta a far valere la specificità delle imprese, a chiedere una moratoria che consenta l’entrata in vigore a scaglioni a partire dalle grandi aziende». E come se non bastasse lo stesso consigliere fa notare come «fra le regioni del Nord, il Friuli Venezia Giulia sarà una delle più colpite dalla concorrenza di Austria e Slovenia, dove la fatturazione elettronica è obbligatoria solo per i rapporti con le pubbliche amministrazioni».

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