Fedriga mette fretta al Governo: «Pronti a sperimentare la app regionale»

UDINE. I test sierologici, scattati ieri anche in Friuli Venezia Giulia, rappresentano una delle vie scelte da Governo e Regione come strumenti per il controllo dei contagi nella “fase 2” dopo i due mesi di serrata. Ma Roma, così come Trieste, si aspetta molto soprattutto dall’app che dovrebbe tracciare i casi di coronavirus e aiutare, in questo modo, a contenere quella diffusione del Covid-19 che tutti si aspettano fisiologicamente in crescita dal momento della fine del lockdown.
CORONAVIRUS, I DATI
Il problema, non banale, è che l’app governativa avrebbe dovuto essere pronta entro fine aprile e, invece, non è ancora entrata in funzione. Oggi, intanto, la Commissione Trasporti della Camera ha in programma l’audizione di Domenico Arcuri sul tema, ma in generale non si sa ancora quando sarà pronta “Immuni”, il nome dell’app fornita da Bending Spoons che non raccoglierà alcun dato di geolocalizzazione e, come ha spiegato il premier Giuseppe Conte al Senato, potrà essere scaricata gratuitamente, volontariamente e utilizzerà codici che non permetteranno di risalire all’identità.
Una volta scaricata, l’app genererà un codice identificativo temporaneo (Id) anonimo che sarà scambiato via bluetooth in determinate condizioni (quando entrerà in contatto a meno di due metri di distanza per un tempo di almeno 15 minuti con un altro dispositivo con “Immuni” installata).
I telefonini conserveranno nella memoria un registro con gli Id degli altri cellulari con cui sono entrati in contatto e l’app, attraverso un sistema algoritmico, calcolerà per ciascun contatto il rischio potenziale di contagio. I dati verranno utilizzati, in forma anonima, quando una persona che ha installato l’app risulterà effettivamente positiva: a quel punto ai soggetti considerati a rischio dall’applicazione verrà inviato un avviso con le indicazioni da seguire.
LA NUOVA ORDINANZA IN FVG
L’ultima versione di Immuni non prevede la cartella clinica virtuale che sarebbe dovuta servire agli utenti per indicare l’eventuale positività: un sistema dunque, simile a quello dell’app sperimentata in Friuli Venezia Giulia da Regione e Insiel, ma “bloccata” dal Governo che non vuole sul tema tracciamento iniziative su base locale. Non arrivando, però, notizie sulle tempistiche, Fedriga ha cominciato a mettere fretta all’esecutivo nazionale.
«Posso capire i problemi di queste settimane – ha spiegato il governatore –, ma noi non possiamo aspettare giugno per cominciare a verificare gli spostamenti delle persone anche attraverso la app. Noi siamo pronti ad avviare la sperimentazione del sistema “made in Friuli Venezia Giulia” anche domani ed è evidente che qualora il Governo non ci dovesse mettere a disposizione a breve la sua versione dovremo pensare di fare da soli».
Il software sviluppato da Accenture e perfezionato da Insiel è stato testato con successo a metà aprile. Una volta scaricata, l’app richiede di inserire semplicemente il codice fiscale, il numero di telefono, l’Azienda sanitaria di riferimento e l’attivazione del sistema Bluetooth. Dopo essere stata attivata, l’app registra quando i cellulari stabiliscono un contatto tra loro per più di quindici minuti a distanza uguale o inferiore a un metro. Dati che vengono “scaricati” dalle Aziende sanitarie soltanto nel caso in cui una persona sia effettivamente positiva al coronavirus: soltanto a quel punto, il Dipartimento di prevenzione può ricostruire la rete di persone con cui il soggetto infetto è entrato in contatto.
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