Fedriga scrive una lettera a consiglieri e parlamentari: vuole un asse bipartisan per salvare i conti del Fvg

UDINE. Una lettera “soft”, senza strali né attacchi diretti al Governo, per cercare la più ampia condivisione politica. Massimiliano Fedriga, infatti, dovrebbe consegnare sabato 9 maggio la missiva ai consiglieri di maggioranza e opposizione, oltre ai parlamentari, in cui chiedere loro la firma per spingere Roma a rivedere i Patti finanziari con lo Stato. Ma M5s e Patto per l’Autonomia prendono già le distanze.
La lettera alla politica
Da quello che trapela da Palazzo, sembra che la lettera sarà davvero leggera proprio per provare a ottenere la massima condivisione e, allo stesso tempo, in caso di rifiuto giocarsi anche politicamente la carta del niente da fare.
Nella lettera, nel dettaglio, si dovrebbe infatti soltanto fare riferimento ai calcoli già comunicati dall’assessore Barbara Zilli con una stima della perdita di gettito per l’esercizio 2020 di 700 milioni di euro e del rischio in questa maniera – e nel caso di mancato annullamento dei Patti – di non riuscire a pagare servizi essenziali come la sanità e il trasporto pubblico locale.
L’obiettivo, dunque, è quello di arrivare a una soluzione complessiva che possa evitare che vengano negati ai cittadini e alle imprese quelli che Fedriga reputa essere diritti fondamentali.
Movimento 5 stelle
Dopo la posizione del gruppo consiliare, venerdì 8 sono intervenuti i due deputati grillini eletti in Friuli Venezia Giulia, Sabrina De Carlo e Luca Sut.
«In fatto di contributo straordinario al risanamento della finanza pubblica – hanno detto – ci auguriamo che l’appello di Fedriga al non voto del “Decreto Maggio” sia soltanto una boutade mediatica, utile più che altro ad alimentare la contrapposizione tra Governo e Regioni che, proprio grazie a questo testo, potranno beneficiare di un fondo di ristoro per la perdita di gettito fiscale. In esso, 3,5 miliardi andranno agli enti locali, mentre per le Regioni è previsto 1 miliardo e mezzo, di cui almeno due terzi per quelle a Statuto speciale».
I due onorevoli pentastellati spiegano di «comprendere e accogliere pienamente l’istanza di salvaguardia dei servizi essenziali dei territori», ma allo stesso tempo respingono al mittente «l’immagine di un Governo pronto a mandare in default le Regioni, in virtù delle esigenze finanziarie dello Stato».
Patto per l'Autonomia
Gli autonomisti, invece, parlano di un vero e proprio imbroglio del governatore. «La lettera di Fedriga al mondo politico regionale è un bluff – attacca il capogruppo Massimo Moretuzzo –. Che senso ha chiedere l’adesione su un documento blindato?
Il presidente è stato eletto da un’ampia maggioranza e ha già il mandato per trasmettere una richiesta al Governo. Delle due l’una: o è un atto strumentale, oppure si sta prendendo gioco del Consiglio». Moretuzzo, nella sua analisi va anche oltre.
«Siamo d’accordo con la richiesta di eliminare il contributo di 670 milioni previsto per il 2020 e quelli previsti per il 2021, considerato il crollo delle entrate probabile – conclude – e i costi della sanità e del trasporto pubblico locale che dovremo pagarci comunque. Riteniamo, però, totalmente sbagliato il metodo che sta utilizzando Fedriga nella gestione di questa trattativa. Se vuole davvero avere un mandato pieno e convinto del Consiglio, si sieda a un tavolo e discuta». —
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