Fedriga: servono regole diverse, il protocollo Inail è inapplicabile. Sulle distanze il Fvg farà come il Veneto

UDINE. «Le linee guida Inail per gran parte sono inapplicabili. Dire che la gente può aprire ma con delle regole che di fatto non permettono di aprire è un problema vero».
Il presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, parlando della Fase 2, l’ha dichiarato a “Mi manda Raitre”, preparandosi a intraprendere una nuova battaglia, quella delle distanze: il Friuli Venezia Giulia come il Veneto ha chiesto al Governo di applicare i protocolli scritti e sottoscritti dalle categorie economiche. Protocolli che, in queste ore, sono al vaglio delle rappresentanze sindacali. Alcuni sono già stati condivisi e trasmessi alla Regione, la quale farà il punto in serata.
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«La domanda che ho inoltrato tramite il presidente della Conferenza delle Regioni al Governo - ha ricordato Fedriga - comprende anche la riapertura di piscine e palestre. Il secondo passaggio fondamentale è mettere in campo regole che siano applicabili». La risposta è attesa per venerdì 15 maggio.
«Avremo un incontro – ha aggiunto Fedriga –, almeno ipotizzato e mi auguro sia cosi, con il ministro Boccia e il ministro Speranza per far loro presente che noi dobbiamo fare regole che garantiscano la sicurezza, ma che possano essere applicabili. Altrimenti facciamo una bellissima teoria, un ennesimo scritto magnifico burocratico, che dopo le aziende non saranno in grado di applicare».
PER SAPERNE DI PIU':
In effetti, molti baristi e ristoratori hanno già fatto sapere che applicando il protocollo Inail, lunedì non potranno aprire perché diventerebbe un’operazione antieconomica. Stamattina (giovedì 14 maggio, ndr), invece, i governatori del Friuli Venezia Giulia e Veneto hanno inviato una lettera ai prefetti per dare la possibilità ai residenti nelle aree di confine tra le due Regioni di far visita ai congiunti.
«In considerazione della positiva evoluzione dello stato epidemiologico delle rispettive Regioni e vista l’esigenza manifestata da numerosi cittadini dei rispettivi territori residenti nelle zone di confine fra Friuli Venezia Giulia e Veneto, si comunica - si legge nella lettera - che le rispettive Regioni intendono introdurre la possibilità di visitare i congiunti per i residenti nelle province di confine del Veneto e per i residenti nei territori appartenenti alle ex provincie di confine del Friuli Venezia Giulia».
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