Fedriga: «Stringere i denti, con la terza ondata non reggeremmo. Non dovremo recarci da nuclei familiari diversi dal nostro»

UDINE. Stringere i denti ancora un mese, almeno fino all’avvio delle prime 56 mila vaccinazioni. Ma in primis rispettare le regole e le limitazioni, soprattutto durante le festività di Natale e fine anno. «Perchè se parte una terza ondata di Covid, con gli ospedali già così carichi, il sistema rischia di andare in tilt». Il presidente della Regione Massimiliano Fedriga, con accanto il suo vice Riccardi, ha fatto il punto della situazione nel consueto briefing con la stampa. Un quadro che vede finalmente, dopo settimane durissime, la curva dell’epidemia flettere anche in Friuli Venezia Giulia. Ma sono le feste che, qui come nel resto d’Italia, fanno letteralmente paura. E si deve in ogni modo scongiurare una terza impennata dei contagi.
Ulteriori limitazioni? C’è un’interlocuzione con il governo per capire che misure vogliono mettere. Prima vediamo cosa fanno loro, poi eventualmente agiremo. Ma la nostra comunità non ha bisogno di confusione, ma di chiarezza. Le raccomandazioni sono sempre quelle note e il resto è tutto previsto dal Dpcm. Serve l’impegno di tutti, attraverso giornali e televisioni, per la sensibilizzazione. Le indicazioni ci sono, rispettiamole il più possibile».
«Io vedo oggettivamente molte contraddizioni dentro il Governo. Non penso che in mezzo a una pandemia si possa andare a votare, penso che il Paese abbia bisogno di un Governo che abbia un consenso nel Parlamento e nel Paese, soprattutto nel momento in cui si dovranno fare quelle scelte che la Regione Fvg ha già fatto, di rilancio dell’economia», ha aggiunto Fedriga a margine della conferenza stampa. Secondo il presidente, «se non abbiamo questo consenso ampio nel Paese rischiamo di fare misure per garantire l’apprezzamento di qualcuno, ma non il rilancio del Paese». Rispondendo poi a una domanda sul Recovery Fund e sulla necessità di una cabina di regia, ha risposto: «Sono sempre stato favorevole a una condivisione di queste scelte strategiche». Soluzione che è «sempre data come Regioni», ma «non sempre l’appello è stato accolto nella sua interezza».
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