Fermato il ladro seriale delle biblioteche Rubò libri anche in città
Quando i vigili in borghese del Nucleo operativo lo hanno bloccato sulla scalinata all’uscita della’biblioteca di Mestre e gli hanno chiesto di aprire lo zaino, lui è entrato nel panico. Non si aspettava evidentemente di essere scoperto. Nella sacca sono stati rinvenuti tre libri della biblioteca comunale, tutti con barre antitaccheggio asportate. Sono gli ultimi dei 1.100 complessivi rubati, anche a Pordenone, in anni di passione smodata per i libri di manualistica, in italiano o lingua straniera. Un romantico collezionista di libri pubblici colto da cleptomania? Un incensurato “ topo” non di appartamento ma di biblioteche? Oppure un ladro di libri da piazzare sul mercato “nero” della letteratura specialistica?
Le domande rimangono tutte dopo la notizia della denuncia a piede libero di un 48enne di Dolo, che nel tempo ha ricreato una fornitissima biblioteca nella sua abitazione. Come ha appurato la polizia locale mestrina nella successiva perquisizione domiciliare, il veneziano aveva creato a casa sua, con certosina pazienza, una fornitissima biblioteca, con migliaia di rari e costosi manuali e volumi scientifici universitari. In casa ne teneva tanti accatastati alla rinfusa in grossi sacchi di plastica. Altri sono stati trovati sulla scrivania. Centinaia erano sulle librerie di legno. Valore sul mercato, almeno 80 mila euro. Ogni volume sottratto costa di media dai 60 ai 150 euro. Cosa l’ha mosso a depredare biblioteche pubbliche e universitarie? Quei libri destinati a tutti, se sottratti tolgono a tanti studenti la possibilità di studiare su libri specialistici, senza dover comperarli.
Sarà l’indagine della Procura di Venezia a chiarirlo. L’uomo non ha spiegato. Di lui si sa che in passato ha lavorato in biblioteche con contratti a termine. Ora si ritrova con una denuncia pesante per i reati di furto pluriaggravato e continuato e ricettazione. Non è stato arrestato solo perché incensurato. Ma ha colpito in mezzo Veneto e pure in Friuli. Le etichette di riconoscimento per gli archivi riportano infatti alle biblioteche universitarie di Venezia, Padova, Udine, Ferrara e in quelle pubbliche di Venezia, Mestre, Spinea, Bassano, Martellago, Mira, Padova, Borgo Valsugana, Mirano, Scorzè, Castel Tesino, Ponte San Nicolò, Mogliano veneto, San Donà di Piave, Portogruaro, Abano Terme, Noale e Vicenza. Ha colpito duro all’Università di Padova (423 volumi rubati), a Ca’ Foscari (260 libri), all’Università di Pordenone (44 libri sottratti), alla Querini (44), a Spinea (35) e alla Bertoliana di Vicenza (25). —
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