Ferrovia Sacile-Gemona, il rilancio passa per un uso ciclabile

Fioccano nel web le proposte, sulla scorta di esperienza analoghe in Europa. Dalla ciclovia ai velorail, purchè restino i binari. E la linea sia ceduta: gratis

SACILE. “Proposte per la Sacile-Gemona: il modello è la ciclovia Alpe Adria nella stazione di Chiusaforte”. Massimo Pradella ha rilanciato su internet il futuro sostenibile per la ferrovia dismessa. La ciclovia Alpe Adria è stata premiata come “Pista ciclabile dell’anno” alla fiera Fiets en Wandelbeurs ad Amsterdam.

Pradella non è il solo. I progetti sulle utopie sostenibili raddoppiano: Eros Scalco ha proposto online una copertura della sede ferroviaria, «senza togliere i binari o rifare massicciate». Osserva: «Se ripartisse il Minuetto si potrà rimuovere la copertura senza dover rifare banchine o altro». Il condizionale resta d’obbligo. Ma tant’è.

Le idee. Sulla Sacile-Gemona è un fiorire di progetti. Altri spunti interessanti sono datati 2013 e 2014 e parlano di velorail, draisine ferroviarie, nonchè railbike per pedalare sui binari. In particolare, il ciclo-treno era stato proposto per salvare le rotaie invase dalle erbacce.

«Veicoli a pedali che circolano sui binari»: si firmava Michela, prendendo spunto dai progetti salva-linee in Toscana e Francia e postando la propria proposta su Facebook («A Sacile abbiamo una linea ferroviaria dismessa: ci saranno pratiche burocratiche, lungaggini da affrontare»).

Luigi è un altro sacilese che dal web aveva rullato il tamburo della riscossa: «Siamo stufi di politici burocrati che fingono di occuparsi della nostra tutela». «Qualcuno potrebbe smontare i binari per recuperare il ferro e il rame» si preoccupava tale Eriberta due anni fa.

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Sui binari. «Riutilizzare le ferrovie dismesse come mezzo di trasporto turistico, mirato all’uso di veicoli a pedale» rilanciano ora alcuni sacilesi del gruppo No rotonda e no sprechi, riferendosi all’iniziativa avviata da un sodalizio nazionale, la Confederazione mobilità dolce, la quale sostiene la politica del riuso in ferrovia. Come? Attraverso, appunto, carrelli o mezzi di trasporto a pedali riadattati.

Sono identificati come draisine ferroviarie, railbike, velorail o ciclo draisine. Sono diffusi nel nord Europa e oltralpe come risorsa turistica. Vecchie ferrovie trasformate in “velorail” per alzare le quote del turismo ambientale, enogastronomico e culturale.

La domanda. Di fondo c’è una richiesta, un gap da superare:il trasferimento della linea gratuito al nuovo gestore. Ma anche delle risorse che annualmente lo Stato garantisce a Rfi in base al contratto di programma. Il tamtam risuona dai comitati della Valcellina sino a Sacile. La loro tesi è anche una questione di proprietà: i binari sono dei cittadini che pagano le tasse.

L’abbandono. La Sacile-Gemona è stata inserita tra le ferrovie abbandonate, nel database web delle linee italiane non più utilizzate. Ai 74,114 chilometri di binari fa riferimento lo studio di fattibilità per un riutilizzo della tratta. L’esito era atteso a marzo in Comune a Sacile. Regione Fvg con Ferrovie Udine Cividale (Fuc), Comunità montana Gemonese, Canal del Ferro-Valcanale e Comunità montana Friuli Occidentale hanno attivato il progetto col sostegno finanziario della Fondazione Crup.

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