Festa della mamma le azalee dell’Airc in 40 piazze del Friuli
Con una donazione di 15 euro è possibile aiutare la ricerca L’anno scorso oltre 65mila donne colpite da cancro al seno

Udine 13 maggio 2012. Gazebo azalee in piazza Matteotti. Telefoto Copyright Petrussi Foto Press
Festa della mamma, un’azalea per aiutare la ricerca nel campo dei tumori femminili. Domenica, in occasione della ricorrenza che omaggia tutte le mamme, tra le 40 piazze friulane in cui sarà distribuito il fiore a sostegno della ricerca ci sarà anche Udine, che aderisce, grazie ai tanti volontari, all’iniziativa dell’Associazione italiana per la ricerca sul cancro.
Con una donazione di 15 euro sarà possibile dunque ricevere la colorata pianta che, in più di trent’anni, è diventata un simbolo e un prezioso alleato per la salute delle donne, in grado di destinare risorse fondamentali per finanziare i migliori progetti di prevenzione, diagnosi e cura dei tumori femminili. Nel 2016, in Italia, oltre 65mila donne sono state colpite da un tumore agli organi riproduttivi o al seno, che rimane il più frequente, con circa 50mila nuove diagnosi, ma anche quello per il quale la ricerca ha ottenuto i migliori risultati, portando la sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi dal 78 all’85,5 per cento.
Un traguardo importante, ma ancora lontano dal 100 per cento, soprattutto se si considera l’aumento dell’incidenza del tumore al seno nella fascia di età 30-40 anni, con circa tremila giovani donne ogni anno sottoposte a protocolli di cura per questa malattia. E proprio sul tumore al seno si concentrano gli studi di Barbara Belletti, una ricercatrice Airc del Centro di riferimento oncologico di Aviano Irccs, per comprendere i meccanismi alla base della comparsa di recidive nel tumore al seno e identificare nuove strategie terapeutiche utilizzabili per prevenirle. Recentemente la rivista scientifica internazionale “Aging” ha pubblicato i risultati di un suo studio finanziato da Airc, su un nuovo composto che “spegne” una proteina con cui le cellule del tumore del seno residue riescono a sopravvivere.
Il composto si chiama FS-115 ed è stato sviluppato da una piccola azienda britannica. «Abbiamo provato il composto e abbiamo dimostrato che, inibendo p70S6K, è possibile ridurre il rischio di recidive – spiega la ricercatrice del Cro –. Il prossimo passo è raffinare lo sviluppo del composto e renderlo più compatibile all’uso negli esseri umani. Dopodiché vorremmo condurre un piccolo studio clinico per valutare l’efficacia della strategia in pazienti colpite da tumore mammario triplo negativo, il più aggressivo cancro al seno».
Ricordando l’importanza di una ricerca aggiornata per offrire cure più avanzate al paziente, Belletti aggiunge: «È grazie anche alle associazioni e a questi eventi che la ricerca italiana si evolve. Il sostegno di queste realtà è fondamentale e, per fortuna, in Italia sono tante». I volontari distribuiranno anche una speciale guida con informazioni in tema di cure: dagli elementi da valutare nella scelta delle strutture a cui affidarsi fino alla presentazione delle nuove “breast unit” , centri interdisciplinari di senologia, come il Cro, che rappresentano una nuova opportunità di cura e assistenza per affrontare il tumore al seno con gruppi di specialisti dedicati.
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