Festività, la sfida dei supermercati: aperti nonostante le multe

L’obbligo di chiusura a Pasquetta non ferma i grandi punti vendita del Friuli Venezia Giulia. A Udine sanzionati il Panorama di viale Venezia e due Despar cittadini
Preadamano 17 aprile 2017. Supermercati aperti. Bennet. Foto Petrussi
Preadamano 17 aprile 2017. Supermercati aperti. Bennet. Foto Petrussi

UDINE. Non sono bastate le sanzioni, il rischio di chiusura – fino a un mese – dell’attività in caso di recidiva e i controlli delle forze dell’ordine per fermare i grandi supermarket della regione che, il 17 aprile, hanno alzato regolarmente le serrande nonostante il lunedì dell’Angelo rientri nelle dieci giornate di chiusure obbligatorie contenute nella legge Bolzonello.

Commercio, stangata per chi apre a Pasquetta: multe e stop di un mese

Mentre la stragrande maggioranza dei negozi presenti all’interno dei centri commerciali – a eccezione di bar, ristoranti e librerie che non rientrano nelle tipologie merceologiche obbligate a non lavorare – hanno regolarmente abbassato le saracinesche, i supermercati, specialmente quelli all’interno dei maxi punti vendita, hanno sfidato apertamente la norma in vigore in Friuli Venezia Giulia.

Così, di fronte a una scena quasi “spettrale” con una selva di negozi chiusi, nei centri commerciali sono balzate agli occhi le centinaia di persone che acquistavano regolarmente i prodotti (alimentari e non) all’interno dei supermercati del Città Fiera, del Bennet – di Pradamano, Sacile e Ronchi dei Legionari –, del Carrefour di Tavagnacco, di 24 Despar (di cui però 10 in località turistiche e quindi esentate dalla serrata) del Fvg, della Pam di Pordenone, del Panorama di Udine (viale Venezia), di Lidl ed Eurospar a Monfalcone.

Il tutto, nonostante non siano mancati i controlli – con relativo accertamento di violazione – da parte delle forze dell’ordine. Come a Udine, dove la polizia locale ha staccato tre verbali nei confronti, rispettivamente, del Panorama di viale Venezia e di due centri Despar: quello di via del Cotonificio e quello di piazzale Montalcini.

«Non abbiamo mai chiesto alla Regione l’inserimento nell’elenco delle località a prevalente economia turistica – ha spiegato l’assessore al Commercio e al Turismo di Udine Alessandro Venanzi – perché crediamo nella bontà della legge Bolzonello. Chi doveva restare chiuso e invece ha aperto è stato sanzionato visto che le leggi si rispettano, sempre».

Una sfida, quella dei supermercati, che, in ogni caso, nasconde un mix di politica e calcolo economico. Federdistribuzione, in questi mesi, ha sempre contestato con forza la norma regionale, sostenendo che violi la legislazione in vigore a livello nazionale e che verrà bocciata dalla Consulta.

Da questa posizione – intransigente – nasce quindi l’appello agli ipermercati del Fvg di tenere aperto nonostante il divieto sancito dal Consiglio regionale, ma accanto al braccio di ferro politico esiste una motivazione di “portafoglio”.

La legge, infatti, prevede una serie di sanzioni non irrilevanti per chi decide di sfidarla. Per i negozi fino a mille e 500 metri quadrati, nel dettaglio, le sanzioni variano da un minimo di 6 mila a un massimo di 15 mila euro.

Se l’esercizio commerciale, invece, è compreso tra i mille e 500 e i 5 mila metri quadrati questa somma passa da 10 mila a 24 mila euro, mentre per tutti quelli di dimensioni maggiori la possibile sanzione può arrivare sino a 35 mila euro e comunque non può essere inferiore ai 15 mila.

Cifre che vengono aumentate di un terzo – con possibile sospensione dell’attività da 7 a 30 giorni – in caso di recidiva, ma che non riescono a scoraggiare i punti vendita di dimensioni maggiori.

Perché? Semplice: l’incasso che si ottiene tenendo aperto, molte volte, supera di gran lunga il valore della multa e quindi, cercando soltanto di evitare la recidiva, per i grandi supermercati conviene, almeno in alcune giornate, rischiare e, nel caso, pagare la sanzione quando verrà definita dai calcoli effettuati dalle forze dell’ordine.

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