Fidanzati uccisi a Pordenone, così è “affiorato” l’insospettabile in tuta

Giosuè Ruotolo era una presenza discreta nel palazzo di via Colombo. Poi le immagini dell’Audi e due testimoni chiave

PORDENONE.Giosuè Ruotolo, il giovane di Somma Vesuviana con il sogno della Guardia di finanza, era un insospettabile. Era stato sentito la notte dell’omicidio come tutti coloro che appartenevano al contesto sociale frequentato dai due fidanzati.

Era un commilitone di Trifone Ragone, quella sera è arrivato sulla scena del crimine, per giunta era un ex coinquilino del caporal maggiore di Adelfia. Più che naturale che fosse uno dei primi ad essere sentito dagli inquirenti come persona informata sui fatti.

Fidanzati uccisi, un nuovo giallo

I coinquilini non avevano fatto caso all’assenza di Giosuè: era solito indossare la tuta in casa, hanno pensato che fosse uscito un istante per andare in cantina o all’auto. «I riflettori si accendono per la prima volta su Ruotolo – precisa il procuratore capo della Repubblica Marco Martani – questa estate, quando gli investigatori notano la sparizione dal raggio visivo delle telecamere della sua Audi A3 grigia.

Prima di questa scoperta, il giovane non era nemmeno attenzionato». I fotogrammi che inquadrano l’Audi A3 grigia rimangono un rompicapo per gli investigatori finché, passando al setaccio tutte le automobili di quella marca e di quel colore, associano il veicolo proprio a Ruotolo.

E a quel punto, il puzzle del 17 marzo viene ricostruito sotto un’altra prospettiva. Quanto all’esito degli esami dei Ris di Parma, la Procura non si fa illusioni: «Difficilmente da questi esami potrà venire fuori la prova dell’innocenza dell’indagato, ma è probabile che, visto il lungo tempo trascorso, non emerga nulla di decisivo».

Sono state completate, ormai, le simulazioni dei carabinieri sulla scena del crimine per verificare alcune testimonianze e calibrare i tempi degli spostamenti di quanti, martedì 17 marzo, erano presenti nel parcheggio o nei dintorni del palasport.

La difesa: nessun movente, neppure sentimentale

In particolare sono due i testimoni chiave, sui quali si è focalizzata anche l’attenzione dei media nazionali: l’amico pesista che esce con Trifone dalla palestra, si siede in macchina facendo una telefonata e poi nota l’Audi di colore chiaro parcheggiata con i fari e il motore acceso e il runner che corre intorno al palasport, sente il «rumore di miccette», ma quando è ormai fuori dal campo visivo ideale per intravedere il killer nel parcheggio.

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