Fidanzati uccisi, Giosuè al processo: “Nei miei confronti accuse infondate o inventate”

Udine, l’unico imputato per il duplice delitto ha preso la parola in Corte d’assise: «Con Trifone non c’era nulla, non c’è mai stata una lite»

UDINE. Dopo la richiesta di assoluzione per non aver commesso il fatto da parte dell'avvocato Giuseppe Esposito, martedì 31 ottobre, in Corte d’assise a Udine, Giosuè Ruotolo ha preso la parola, sottolineando che il contenuto della memoria con le valutazioni del professor Daniele Berto in cui «si fa riferimento ad assurdità anche fisiche», sono tutte «cose inventate e infondate».

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«Le ho vissute come l'ennesima cattiveria nei miei confronti». Giosuè ha poi sottolineato che «con Trifone non c'era nulla» e dopo il trasloco del commilitone i rapporti sono stati sempre normali, come un qualsiasi militare della caserma.

«Anche io avevo la relazione con Mariarosaria con qualche difficoltà, che ho cercato di risolvere perché le volevo bene.

Per questo non sono andato a “Strade sicure”: avrebbe comportato 4 mesi fuori casa e sono andato a fare il servizio di guardia in polveriera, perché mi offriva una settimana in più di licenza per poter stare insieme a lei».

Giosuè ha poi ricordato tutti i sacrifici che ha fatto per la carriera militare lontano dalla famiglia, che - ha voluto sottolineare - gli ha insegnato il rispetto per il prossimo e le donne.

«Sono orgoglioso di avere due genitori così. Perché per dei messaggi avrei voluto compromettere la vita e la carriera»?

Poi il giovane campano ha dichiarato: «Per delle bugie dette da Romano e Renna sono stato costretto a sopportare il processo in carcere».

La lite e le discussioni con Ragone sono «inventate, mai avvenute», questo mi lascia senza parole».

«Se posso, presidente - ha concluso - credo che queste persone che hanno detto bugie sul mio conto debbano essere perseguite è severamente punite.

Vi chiedo giustizia, perché io ci credo ancora. Chiedo di esporvi favorevolmente nei miei confronti per consentirmi di ritornare alla vita che avevo: sani principi, lavoro, famiglia».
 

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