Fidanzati uccisi, i dieci dubbi su Giosuè: misteri su auto e flirt

L’Audi collocata, per il supertestimone, dietro alla Suzuki di Teresa e Trifone. Fidanzata gelosa per la presunta rivale. Procura: sentite anche soldatesse

PORDENONE. La giornata di lunedì, con l’avvio del lavoro degli esperti del Ris, a Parma, incentrato sull’arma del delitto si annuncia come una tappa importante.

Intanto, però, diventa sempre più difficile districarsi tra nuovi interrogativi e suggestioni emersi nelle ultime ore in merito all’indagine sull’omicidio di Trifone Ragone e Teresa Costanza.

Dubbi e suggestioni che ruotano attorno all’unico indagato, Giosuè Ruotolo, e scaturiscono anche dalla sfera affettiva del 26enne militare di Somma Vesuviana – in particolare dal rapporto con la fidanzata – e dalle ricostruzioni che sono state fornite dal cosiddetto “supertestimone”.

La difesa: nessun movente, neppure sentimentale

Quest’ultimo è l’amico uscito dalla palestra del palasport assieme ai due fidanzati pochi minuti prima del delitto. Secondo la sua ricostruzione, fornita anche dalla trasmissione televisiva Quarto grado, l'Audi grigia (proprio come quella di Ruotolo, che ha un peluche sul cruscotto), vista dal supertestimone, sarebbe stata davanti al generatore, dietro al punto in cui si trovava la Suzuki di Teresa e Trifone.

La ricostruzione fornita da Giosuè la colloca, invece, in un'altra posizione, più lontana dall’auto dei fidanzati. Il supertestimone ha visto che chi era alla guida aveva le mani aggrappate al volante. Sintomo della tensione del conducente? Non sembra invece aver assunto rilievo il fatto che il testimone abbia sostenuto che chi guidava l'auto sembrasse avere un cappello in testa.

Particolare che combacerebbe con il primo identikit che era stato stilato già nelle settimane immediatamente successive al delitto. Tuttavia la Procura è propensa a ritenere che lo sconosciuto con il cappello si sia allontanato più di mezz’ora prima del duplice omicidio.

Poi il tema della presunta gelosia della ragazza di Giosuè, Rosaria: non avrebbe voluto che il fidanzato frequentasse Trifone, temendo forse che l’amico gli presentasse altre donne. Giosuè si era invaghito di una soldatessa della caserma di Cordenons?

L’ipotesi è emersa nell’ambito di Quarto Grado ma ieri la Procura di Pordenone si è limitata a confermare che diverse soldatesse sono state sentite dagli inquirenti: c'era anche la potenziale “rivale in amore” della fidanzata di Giosuè? Il presunto disagio psichico della ragazze del 26enne ha influito sulla serenità e sull’equilibrio del giovane militare campano? La fidanzata – secondo Quarto grado – avrebbe inoltre detto a Ruotolo di aver subito approcci da parte della soldatessa, ma la cosa non trova riscontri.

Da ricordare che anche la fidanzata di Ruotolo è stata sentita dagli investigatori come persona informata dai fatti.

Altro interrogativo che resta attuale è perché Ruotolo abbia continuato a raccontare ai coinquilini di essere andato al parco e in palestra e poi a correre al parco la sera del delitto. E poi, c’è il dubbio rilanciato dal legale della famiglia Ragone, Daniele Fabrizi: il telefono cellulare di Giosuè rimasto a casa mentre i due fidanzati veniva uccisi. Perché questo "silenzio radio"?

A proposito di telefonini, nello smartphone dell’indagato (su cui sono in corso gli accertamenti tecnici) sarebbero state trovate diverse foto di Trifone: perché e quante erano? Infine gli interrogativi sulla pistola, che era in pessimo stato: chi, quando e perché ha cercato di riverniciarla?

Insomma, tanti, troppi dubbi, alcuni dei quali potrebbero però cominciare a trovare una risposta già dalla prossima settimana.

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