Fidanzati uccisi, il superteste della difesa dà in escandescenze e si ferisce in carcere

PORDENONE. Tutti lo aspettavano: dal difensore Maurizio Mazzarella al pubblico in aula, dalla difesa, pronta a giocarsi la carta della pista alternativa, all’accusa, altrettanto pronta a confutarla.
Ma in tribunale Lorenzo Kari, 54 anni, detenuto a Padova, non è arrivato. Colpo di scena in Corte d’assise al processo a carico di Giosuè Ruotolo, imputato dell’omicidio di Teresa Costanza e Trifone Ragone.
A dare comunicazione del forfait è stata la stessa presidente della Corte d’assise Angelica Di Silvestre in apertura d’udienza.
«Quando la scorta penitenziaria è andata a prenderlo – ha spiegato il magistrato – Kari ha dato in escandescenze, compiendo poi attività autolesionistiche.
È stato pertanto accompagnato all’infermeria del carcere di Padova. Vista la situazione, abbiamo deciso di non farlo tradurre all’udienza odierna, in attesa di ricevere una relazione medica sulle sue condizioni di salute».
Il giudice si è poi rivolto all’avvocato Maurizio Mazzarella, che assiste Kari, chiedendogli di fare visita al cliente, visto che «prima o poi Kari dovrà venire a testimoniare e, se è il caso, lo faremo tradurre con la forza».
«Non stava bene – ha risposto l’avvocato Mazzarella – già sabato scorso, quando sono andato a trovarlo: è malato. Mi ha confermato che dirà quello che dovrà dire, non si tirerà indietro».
Qualche ora dopo è arrivato il responso dall’infermeria del carcere di Padova: Lorenzo Kari è in condizioni di salute tali da consentirgli il trasferimento.
Sarà pertanto sentito all’udienza fissata venerdì 12 maggio. Nel penitenziario veneto il 54enne di Forgaria deve scontare 4 anni, 9 mesi e 2 giorni di reclusione per furto, rapina, resistenza a pubblico ufficiale, evasione e altri reati minori.
Attualmente è indagato per false informazioni ai pm e calunnia dalla Procura di Pordenone per le dichiarazioni che ha fatto, prima con un memoriale da lui sottoscritto in carcere e poi di persona ai due pm Pier Umberto Vallerin e Matteo Campagnaro, in merito a un presunto mandante (l’imprenditore Gianni) che per 100 mila euro gli avrebbe commissionato l’assassinio di Teresa e Trifone.
L’obiettivo, secondo Kari, sarebbe stato Teresa, perché scomoda testimone di un altro delitto, l’omicidio di Tiziano Stabile a Bedizzole.
A Pordenone Kari avrebbe incontrato un emissario del mandante, tale Mario, con il quale avrebbe fatto un sopralluogo al palasport di via Interna (peraltro gli investigatori si sono accorti che in quel periodo Kari era agli arresti domiciliari e dunque sarebbe evaso, se avesse incontrato Mario). Incassati i 15 mila euro di anticipo, però, il 54enne non si sarebbe fatto più trovare. Kari, poi, era stato arrestato per furti nel Pordenonese.
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