Fiera, bufera sul presidente scelto dal sindaco Pedrotti

Pordenone, il Movimento 5 Stelle: «Inaccettabile, Ongaro è nella segreteria del Pd veneto». Ribetti (Fratelli d’Italia) : «Il primo cittadino vuole garantirsi la ricandidatura»

PORDENONE. Se l’obiettivo era quello di tenere alta l’attenzione sulla Fiera di Pordenone, la scelta dei nuovi consiglieri di amministrazione ha centrato l’obiettivo. Perché contro la nomina del padovano Roberto Ongaro si stanno scatenando le forze politiche avverse al Partito democratico.

«La nomina del padovano Roberto Ongaro a presidente della Fiera di PN non è accettabile» dichiara Marco Zullo, europarlamentare del Movimento 5 Stelle.

«Mettere un 68enne padovano a guida della Fiera, oltretutto, sa tanto di mancanza di rispetto della potenzialità e della managerialità del territorio pordenonese. Possibile che in tutta la Provincia non ci fosse una figura degna di ricoprire il ruolo richiesto? Perse alle ultime amministrative anche Venezia e Rovigo (oltre a Verona), ecco dunque giungere da parte dell’accoppiata Serracchiani-Pedrotti il bel paracadute rosso-verde nella Pordenone da colonizzare per il membro del Pe Ongaro».

Gli attivisti del Meetup di Pordenone parlano di scelta stile prima Repubblica, chiedono di sapere chi fossero gli altri candidati che hanno presentato il curriculum e raccontano i frutti dell’indagine che hanno fatto sulla figura del neo presidente.

«Ongaro viene da Padova, città che da feudo Pd ( sindaco Zanonato) è passata di mano nel 2014 al leghista Bitonci. E’ intuitivo concludere che il Pd – scrivono i pentastellati – non possa più nominare propri fedelissimi come Ongaro alla stessa fiera di Padova, dove attualmente è occupato. E questa è la prima considerazione».

La seconda «è che Ongaro ricopre attualmente a Padova il ruolo di responsabile del lavoro per il Pd del Veneto, quindi risulta essere “casualmente" schierato dalla stessa parte di chi l’ha nominato».

Il Meetup Pordenone 5 Stelle ha poi «scoperto, sfogliando il libro “Il Pci padovano nel ’900”, che Ongaro fu consigliere della Provincia di Padova dal 1990 al 1995, eletto con il Pci, occupando il ruolo di assessore ai Lavori pubblici, nonché vicepresidente della giunta».

M5s parla poi di «metodo inaccettabile» di «logica medioevale – aggiunge il parlamentare veneto Federico D’Incà –, quella di concedere il feudo ai vassalli con assurde nomine extra territoriali, dannosa per la comunità».

La nomina di Ongaro non è passata inosservata nemmeno al capogruppo Pdl-Fratelli d’Italia, in consiglio comunale, Francesco Ribetti. Nell’annunciare un’interrogazione sul tema Ribetti anticipa che chiederà «di vedere tutti i curricula che sono arrivati. Non metto in dubbio le competenze del neopresidente ma il fatto che abbia 68 anni e che appartenga alla segreteria del Pd porta a concludere che Pedrotti, con questa scelta, abbia voluto assicurarsi la ricandidatura a sindaco».

Il consigliere di opposizione, che aveva già dato battaglia ai tempi della conferma di Cardin, ricorda che «nella delibera approvata in consiglio comunale, il sindaco si è impegnato a favorire il ricambio generazionale e di genere. Non credo che la nomina di un uomo in età da pensione e schierato con il Pd risponda a quell’impegno».

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