Fiera di Udine, bilancio positivo nell’anno più difficile

La presidente De Marco: «Decisivo il contenimento nei costi di gestione ma la strada resta in salita. Occorre anche razionalizzare il sistema regionale»
Bumbaca Gorizia 21.02.2013 Expomego - Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 21.02.2013 Expomego - Fotografia di Pierluigi Bumbaca

UDINE. In un anno molto difficile per l’economia nazionale e regionale come è stato il 2012, segnato da una storica crisi congiunturale e da una significativa flessione che riguarda anche tutto il settore fieristico nazionale, la Fiera di Udine ha chiuso l’esercizio con il segno positivo. E pertanto è grande la soddisfazione espressa dalla presidente Luisa De Marco durante l’illustrazione del bilancio nell’assemblea dei soci, svoltasi ieri.

«E’ stato sicuramente un anno particolarmente difficile – ha detto la De Marco nella sua relazione - che ha visto impegnato il consiglio e la struttura nella rivisitazione dei format delle fiere a calendario per renderle più attuali e in sintonia con le esigenze degli espositori e dei visitatori. Ciò è avvenuto in un’attenta analisi finalizzata al contenimento dei costi di gestione. Il risultato finale, seppur influenzato da partite straordinarie e finanziarie, ci soddisfa, tenuto conto che il 2012 è stato contraddistinto a livello nazionale da una fortissima contrazione delle superfici vendute e dalla soppressione di diverse manifestazioni».

«Sono davvero poche le società fieristiche che hanno chiuso il 2012 con un segno positivo. Tuttavia – ha proseguito Luisa De Marco - questo risultato non ci può e non ci deve ingannare: la strada che abbiamo davanti a noi è ancora in salita. Il perdurare della crisi e le risorse pubbliche sempre più risicate ci devono far riflettere sui possibili scenari futuri al fine di mettere in atto tutte quelle strategie indispensabili per continuare ad operare e rilanciare l’attività, anche attraverso lo studio di nuovi progetti fieristici a servizio dell’economia e delle imprese del territorio. Per uscire da questa difficile congiuntura le risposte devono essere necessariamente molteplici e devono essere incentrate prevalentemente sul rafforzamento delle partnership tra fiere, sulla razionalizzazione del business fieristico e sull’innovazione delle attività».

La trasformazione in atto nel settore richiede dunque un rapido ripensamento, tanto delle funzioni svolte dai quartieri fieristici quanto delle funzioni delle società di gestione dei quartieri. A questo proposito la presidente di Udine e Gorizia Fiere ribadisce «che una razionalizzazione del sistema fieristico regionale, in grado di consentire un rafforzamento in termini di dimensioni ed efficienza degli attuali operatori per poi costruire alleanze e mettersi in rete con altre realtà fieristiche nazionali e auspicabilmente anche estere, non è più rinviabile, pena una lenta ma inesorabile agonia dell’intero comparto».

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