Filippo, Elisabetta e il doppio cognome per i figli: la storia dell'uomo e del principe "spiantato", forza segreta della regina

LONDRA. Il principe Filippo, duca di Edimburgo, è morto a 99 anni nel castello di Windsor. Il marito della regina Elisabetta avrebbe compiuto 100 anni il 10 giugno. È morto di vecchiaia, di stanchezza e di rifiuto per un mondo che non capiva più. Nel 2017 si era ritirato a vita privata e aveva scelto di vivere in un piccolo cottage di Sandringham. Quando la sua salute è peggiorata, la Regina gli ha chiesto di raggiungerla a Windsor: se il momento fosse arrivato, lei voleva essergli vicina.
Erano stati insieme per 81 anni, da quel giorno del 1939 in cui all’accademia navale di Dartmouth lei si era innamorata, a 13 anni, di quel bell’allievo ufficiale incaricato di scortarla. Si erano scritti decine di lettere mentre lui prestava il servizio in Marina durante la guerra, meritandosi encomi e affondando le navi italiane a Capo Matapan. Si erano sposati nel 1947, in una Londra ancora devastata dai bombardamenti nazisti. Filippo fece una promessa: il suo primo, secondo e terzo impegno sarebbe stato non deludere mai la moglie. Lo ha fatto per una vita, nonostante le malevoli insinuazioni di «The Crown». Non avrebbe potuto fare altro.
Nato nel 1921 sul tavolo della cucina di una villa di Corfù, era dovuto fuggire con la famiglia pochi mesi dopo a causa della deposizione di suo zio, re Costantino di Grecia, e delle minacce di morte a suo padre, il principe Andrea. Non c’era niente per trasportarlo a bordo della nave e venne usata una cassetta della frutta. Andarono a Parigi, dai parenti. La madre Alice fu ricoverata in una clinica psichiatrica, il padre si trasferì a Montecarlo, le quattro sorelle preferirono la Germania e tre di loro sposarono ufficiali nazisti. Una chiamò il proprio figlio Adolf.
Rimasto solo, senza un titolo e senza un soldo, Filippo era stato accolto a Londra dai Mountbatten, i parenti di sua madre che avevano cambiato il cognome Battenberg, troppo tedesco, nella sua traduzione inglese. Lo assunse anche lui. Prima del matrimonio, il padre di Elisabetta, Giorgio VI, gli parlò a lungo per spiegargli cosa significava quello che stava per fare. Winston Churchill fu più esplicito: doveva abbandonare la sua religione ortodossa e aderire alla Chiesa d’Inghilterra, doveva rinunciare al titolo di principe di Grecia e Danimarca, doveva soprattutto rinunciare a dare il suo cognome ai figli che avrebbe avuto, che si sarebbero chiamati Windsor. «Mi trattano come un’ameba – disse – sono l’unico uomo di questo Paese che non può dare il proprio cognome ai figli».
Al di fuori della Gran Bretagna sarà forse ricordato come l’hanno sempre dipinto: un gaffeur che camminava tre passi dietro la Regina e faceva molte cose inutili. Ma Filippo è stato un grande uomo, e chi lo ha conosciuto lo sa. In molti interventi pubblici Elisabetta lo aveva definito «la sua roccia», il sostegno cui si è appoggiata in 69 anni di regno. Era l’unico che poteva trattarla come un essere umano invece che come la Regina, l’unico che potesse mandarla a quel paese se lo meritava. Erano in Kenya nel 1952, quando li raggiunse la notizia della morte di Giorgio VI. Filippo prese per mano Elisabetta e camminarono per un’ora sul prato, parlando di quello che li aspettava. Lei aveva 26 anni. Lui avrebbe rinunciato alla carriera in Marina per dedicarsi a lei e a quella vita infernale «che nessuno sceglierebbe se potesse». Negli ultimi anni non ne poteva più di inaugurare targhe, fare discorsi, viaggiare, stringere mani. Hanno calcolato che ha presenziato a 22.191 impegni ufficiali da solo e ha pronunciato 5.493 discorsi. Ha presieduto 800 associazioni caritatevoli e percorso centinaia di migliaia di chilometri per rappresentare la Sovrana e il suo Paese.
Buckingham Palace, ieri a mezzogiorno, ha confermato le voci che già si rincorrevano: «È con profondo dolore che Sua Maestà la Regina annuncia la morte del suo amato marito, Sua Altezza Reale il Principe Filippo, Duca di Edimburgo. Sua Altezza Reale è morta pacificamente questa mattina al Castello di Windsor».
La gente si è accalcata ai cancelli di Buckingham Palace per deporre fiori, come aveva fatto per Diana. Il premier Boris Johnson ha ringraziato il principe per il suo senso del dovere e per «aver contribuito a guidare la famiglia reale e la monarchia in modo che rimanga un’istituzione indiscutibilmente vitale». Tutti i capi di Stato del mondo hanno espresso il loro cordoglio, a partire da Joe Biden e sua moglie Jill, che stringono al cuore «la Regina e i figli e i nipoti» di Filippo.
Il presidente della Repubblica Mattarella ha espresso le condoglianze alla Regina, ricordando «una figura che per oltre settant'anni ha offerto con esemplare dedizione il proprio servizio alla Corona e al Regno Unito». La bandiera è a mezz’asta, Elisabetta osserverà otto giorni di lutto, nei quali si asterrà da atti ufficiali. Il duca di Edimburgo sarà sepolto sabato nella tenuta di Windsor a Frogmore Gardens, dove riposano la regina Vittoria e suo marito il principe Alberto. Niente funerali di Stato, perché c’è il Covid e perché Filippo non li voleva. Se ne andrà nell’ombra, com’è vissuto, dopo avere fatto il suo dovere.
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