Fino a 5 anni in cella per chi brucia i rami e Coldiretti insorge

Tempi duri per chi brucia sterpaglie sul proprio campo. E non solo per il problema smog, che comunque attanaglia tradizionalmente la provincia di Pordenone, ma anche per le nuove e inasprite sanzioni...

Tempi duri per chi brucia sterpaglie sul proprio campo. E non solo per il problema smog, che comunque attanaglia tradizionalmente la provincia di Pordenone, ma anche per le nuove e inasprite sanzioni in arrivo.

«Sul problema bruciature ci siamo già attivati da giorni, abbiamo interessato i responsabili dell’area ambiente della Coldiretti nazionale che si stanno confrontando con il Governo e ci siamo attivati nei confronti delle istituzioni locali affinché sostengano la nostra causa» ha dichiarato il presidente della Coldiretti di Pordenone Cesare Bertoia facendo riferimento al decreto legge del 10 dicembre 2013 numero 136, meglio conosciuto come “Decreto terra dei fuoch”.

«Non è una novità – ha aggiunto Bertoia – ma una prassi consolidata nel tempo quella di bruciare sul fondo ramaglie, residui di potatura e scarti di manutenzioni di alberature e pulizie di fossati. Oggi – ha proseguito il presidente – il nuovo decreto paragona questa pratica a inquinamento atmosferico e considera a tutti gli effetti la bruciatura come eliminazione di rifiuto cosa che le ramaglie non sono».

Sulla questione è intervenuto anche il direttore della Coldiretti Claudio Bressanutti, che ha spiegato: «Siamo molto preoccupati perché la bruciatura dei rifiuti non pericolosi prevede la reclusione da due a cinque anni pena aumentata di un terzo se il reato è commesso all’interno dell’attività d’impresa».

«È evidente – ha precisato Bressanutti – che l’obiettivo della norma è quello di punire le gravissime fattispecie illecite che hanno caratterizzato la gestione dei rifiuti in molte aree del nostro paese, mentre, diversamente, la disposizione non può essere interpretata nel senso di comprendere nel proprio campo di applicazione la combustione controllata sul luogo di produzione di residui vegetali. Stiamo lavorando – ha concluso il direttore della Coldiretti di Pordenone – perché vengano chiariti questi aspetti ma intanto invitiamo tutti alla massima precauzione, in buona sostanza ad aspettare di effettuare qualsiasi bruciatura».

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