Finte consulenze con i soldi di Exe: il cda di Esco nei guai

Chiesto il giudizio per presidente e consigliere della società. Sono accusati di essersi appropriati di circa 90 mila euro
Udine 24 Giugno 2012. Sede Exe in Via Tavagnacco. Telefoto Copyright Petrussi Foto Press / Diego Petrussi
Udine 24 Giugno 2012. Sede Exe in Via Tavagnacco. Telefoto Copyright Petrussi Foto Press / Diego Petrussi

UDINE. Era stata costituita per gestire progetti per le energie alternative, sotto l’egida della controllante “Exe spa”, ma ha finito per affondare insieme ai suoi amministratori nel baratro della messa in liquidazione e di un’inchiesta giudiziaria per presunte finte consulenze e rimborsi chilometrici non dovuti.

La società si chiama “Esco Friuli Venezia Giulia srl” e gli indagati sono Antonio Fonovich, 66 anni, di Manzano, e Alessandro Cingerla, 42, di Trieste, rispettivamente presidente e componente dell’allora Consiglio d’amministrazione. Per entrambi, la Procura ha formulato le ipotesi di reato di concorso in infedeltà patrimoniale e appropriazione indebita e chiesto al tribunale il rinvio a giudizio. L’udienza davanti al gup deve ancora essere fissata.

La denuncia. Tutto era partito da un esposto presentato l’estate scorsa dal presidente di Exe, Franco Soldati. Insospettiti da alcune irregolarità contabili, i suoi collaboratori avevano provveduto ad accertare e isolare una serie di fatture di provenienza non chiara e di prelievi non giustificati. Le successive indagini della Polizia tributaria della Guardia di finanza avevano poi fornito alla Procura gli elementi necessari a formulare il capo d’imputazione.

Rimborsi non dovuti. Tre gli episodi finiti nel mirino degli investigatori. I primi due riguardano sia Fonovich, sia Cingerla e s’intendono realizzati fino al 31 marzo del 2011, data degli ultimi pagamenti. In pratica, trovandosi entrambi in situazione di conflitto d’interessi con quello della Esco - Fonovich in quanto titolare e socio della “Fonovich & Partners International Consulting srl” e Cingerla della ditta “Studio Cingerla” -, avrebbero ordinato e compiuto pagamenti a favore di se stessi, stipulando finti contratti di consulenza con le società a loro riferibili: 6 fatture per un totale di 46 mila 800 euro alla Fonovich e 3 fatture per un totale di 8 mila 559 euro allo studio Cingerla.

La terza imputazione, di nuovo un’appropriazione indebita, è contestata al solo ex presidente: lui, che aveva la disponibilità dei denari della società, si sarebbe impossessato di 46 mila 555 euro, attraverso ripetuti prelievi (36 mila 921 nel 2011 e 9 mila 634 nel 2012) dalle casse della srl e solo formalmente giustificati come rimborsi spese di viaggio, in realtà - a parere del pm - non dovuti, perchè mai sostenute.

Le difese. Dopo l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, Fonovich non aveva chiesto di essere interrogato. «Proveremo la nostra estraneità in giudizio - ha detto il suo difensore, avvocato Alberto Rumiel, di Pordenone -. Abbiamo sempre agito nell’esclusivo interesse della Esco e lo dimostreremo con documenti e testimonianze».

Diversa la scelta di Cingerla, comparso già davanti al pm per respingere qualsiasi responsabilità e pronto a ribadire la propria posizione davanti al gup. «Quando era consigliere dell’Esco, non aveva accesso ai conti correnti - ha precisato l’avvocato Francesco Borsetta, suo difensore insieme alla collega Tania Cattarossi - e quando si rese conto che qualcosa non andava, non esitò a segnalarlo al Cda e a dimettersi. Essendo una persona molto scrupolosa, aveva contestato e fatto mettere a verbale il profilo dei rimborsi chilometrici di Fonovich. Di questo c’è prova anche in una raccomandata».

L’azione di responsabilità. Alla grana penale, si è aggiunta intanto anche una vertenza civile. «Come Exe, in assemblea di Esco - ha detto il presidente Soldati -, abbiamo promosso un’azione di responsabilità nei confronti degli amministratori per circa 300 mila euro». Ormai posta in liquidazione, Esco contava tra i principali soci anche la Cna e, con quota minore, la Ziu.

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