Finte vaccinazioni, il pm chiede la condanna a oltre nove anni per Emanuela Petrillo: «Ha agito con sistematicità in Friuli e in Veneto»
UDINE. Ha agito con «sistematicità e reiterazione, in Friuli e poi anche in Veneto». E, una volta scoperta, non ha mai dato una spiegazione e neppure chiesto scusa.
Ecco perché, nel tirare le fila del processo a carico di Emanuela Petrillo, l’ex assistente sanitaria di Spresiano (Treviso), oggi 35enne, accusata di avere finto di iniettare la dose vaccinale a centinaia di bambini, tra il 2009 e il 2017, il procuratore aggiunto di Udine, Claudia Danelon, ha escluso anche la concessione delle attenuanti generiche. E chiesto la sua condanna a complessivi 9 anni e 6 mesi di reclusione.
La discussione, in corso nel pomeriggio di martedì 8 febbraio davanti al tribunale collegiale di Udine presieduto dal giudice Paolo Milocco (a latere, i colleghi Carla Missera e Nicolò Gianesini), è proseguita con le arringhe dei legali di parte civile.
Assente l’imputata, che è difesa dall’avvocato Paolo Salandin, e che non si è mai presentata in aula nel corso del processo.
È accusata di peculato, falso e omissione d’atti d’ufficio, in relazione alle sedute vaccinali effettuate durante il suo periodo di servizio al distretto di Codroipo, con puntate anche nelle sedi di San Daniele e Udine, dal 2009 al 2015, e all’Ulss 2 di Treviso, dove si trasferì e lavorò fino al giugno 2017, quando fu denunciata e licenziata per giusta causa.
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