Finte vaccinazioni, Petrillo e la deposizione davanti agli infermieri: «Ho fatto il mio dovere»

L’assistente sanitaria a Treviso: rischia fino alla radiazione. «Con il tempo speriamo che la verità venga a galla per tutti»
Borin Montebelluna conferenza stampa avv. Salandin con Emanuela Petrillo
Borin Montebelluna conferenza stampa avv. Salandin con Emanuela Petrillo

TREVISO. Sono quasi le 17 quando Emanuela Petrillo, accompagnata dall’avvocato Paolo Salandin, arriva nella sede dell’Ipasvi di via Montello. Giovedì pomeriggio, 12 ottobre, il Collegio professionale degli Infermieri di Treviso ha raccolto la sua deposizione. Nei suoi confronti l’Ipasvi ha aperto un procedimento disciplinare per valutarne la condotta dopo il caso delle presunte vaccinazioni simulate su migliaia di pazienti ed esploso lo scorso aprile. «In questi mesi ho continuato ad andare a lavorare e ho continuato a fare del mio meglio. E poi con il tempo speriamo che la verità venga fuori per tutti».

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È sorridente ma un po’ agitata Emanuela Petrillo. Un atto dovuto che potrebbe portare, al termine dell’iter, a sanzionare l’iscritta con una misura che può andare dal richiamo alla radiazione dall’albo. Sono passati sei mesi da quando l’Usl di Marca ha denunciato l’assistente sanitaria. La Petrillo è sospettata di aver finto le iniezioni su 500 pazienti dell’Usl di Treviso, a cui si aggiungono altre 20 mila dosi dubbie somministrate tra il 2009 al 2015, quando lavorava nell’azienda sanitaria friulana, al Distretto di Codroipo. L’azione avviata dall’Ipasvi rappresenta quindi il terzo filone di accertamenti su una vicenda che ha visto intervenire anche l’Usl di Marca e la Procura di Udine, che indagano per le iptesi di reato di peculato, falsità in certificazioni e omissione d’atti d’ufficio.

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Emanuela Petrillo si è sempre dichiarata innocente ed estranea ai fatti, ha sempre respinto le accuse e sostenuto di aver effettuato le vaccinazioni regolarmente. Una tesi portata avanti nonostante i test dell’Istituto Superiore di Sanità dicano che la maggioranza dei bambini trattati da lei, scelti come campione per gli accertamenti, non abbia sviluppato gli anticorpi post vaccinazione. A questo si aggiunge la testimonianza di alcune colleghe della Madonnina, che per prime avrebbero notato la presenza di siero nel cestino riservato alle fiale adoperate e segnalato l’anomalia alla direzione sanitaria dell’Usl di Marca.

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«Sono tranquilla, ho risposto e sono sempre stata presente. Io la mia faccia l’ho messa dall’inizio e penso che più di questo al momento non sia possibile fare. Diamo tempo al tempo», sottolinea Petrillo, cercando con lo sguardo quello del suo avvocato. Non stati mesi facili, a scandire la quotidianità dell’assistente sanitaria di Spresiano è stata una fortissima attenzione mediatica, oltre al trasferimento in un ufficio della Madonnina, con mansioni di segreteria e lontano dal contatto diretto con i pazienti. «Mi sento di ringraziare per l’appoggio e per il sostegno la mia famiglia, i miei amici e le persone che mi conoscono bene, anche i miei avvocati» conclude Petrillo.

 

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Nel frattempo, l’azienda sanitaria trevigiana starebbe concludendo il procedimento disciplinare nei suoi confronti. «Le alternative che ci aspettiamo sono la sospensione del provvedimento, in attesa di riscontri sul fronte giudiziario che ancora non ci sono, oppure il licenziamento. Mentre non c’è ancora una data fissata per l’udienza davanti al giudice per le indagini preliminari per il conferimento degli incarichi ai vari tecnici che prenderanno parte all’incidente probatorio sui campioni di sangue», continua il legale della donna.(v.c.)

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