Finti vaccini, genitori infuriati: partono gli esposti
CODROIPO. E ora, sul caso dei vaccini non somministrati ai bambini in Friuli, si apre la battaglia legale. I genitori si organizzano per avviare denunce, querele e diffide. In questi giorni mamme e papà stanno prendendo d’assalto gli uffici della Federconsumatori del Friuli Venezia Giulia.
La presidente Barbara Puschiasis pretende «chiarezza sulle responsabilità. Chi ha sbagliato – dice – ora deve pagare». «Decine di genitori da quando è scoppiato lo scandalo vaccini – spiega – si stanno rivolgendo ai nostri esperti per chiedere quali sono le azioni legali da intraprendere e con quali strumenti si può intervenire.
Vogliono tutelare la salute dei loro figli, si fanno portatori d’interesse di altri genitori e sono molto preoccupati. L’intera vicenda ha causato ansia e stress».
Intanto si apprende che L’indagine a carico di Emanuela Petrillo, l’assistente sanitaria accusata dall’Asl2 di non aver effettuato i vaccini su decine di bambini a Treviso (e anche a Codroipo dove lavorava negli anni precedenti) potrebbe allargarsi a due nuovi capi d’imputazione ben più pesanti.
Le indagini e i prelievi disposti dalla Procura per circoscrivere e evidenziare eventuali prove si starebbero facendo infatti sull’ipotesi di peculato e falso ideologico aggravato, due accuse che si rifarebbero direttamente all’atteggiamento della Petrillo nei confronti dell’azienda sanitaria considerata in queso caso la sua datrice di lavoro (con la quale avrebbe dovuto quindi avere un rapporto fiduciario preciso), ma anche la proprietaria del materiale che l’assistente sanitaria maneggiava e che se l’accusa venisse confermata, sarebbe stato sottratto al suo uso per il bene pubblico.
L’associazione regionale dei consumatori presenterà quindi un esposto ala Procura «per accertare le responsabilità a tutti i livelli – dichiara Puschiasis –, affinchè non si ripetano più episodi del genere.
Vogliamo capire se l’equipe sanitaria ha effettuato tutti i controlli necessari per evitare che Emanuela Petrillo effettuasse le finte vaccinazioni. Qui parliamo di una condotta scorretta che si è protratta nel tempo che ha creato un allarme sociale e un danno ala collettività».
«Bisogna porre un rimedio – prosegue – a questa falla che si è creata nel servizio vaccinale. Ci troviamo davanti a genitori che avevano scelto di vaccinare consapevolmente i loro figli.
Il loro diritto non è stato esercitato. E ancora oggi non sanno se il loro bambino è stato sottoposto a vaccinazione».
Oltre all’esposto Federconsumatori sta valutando la possibilità per i genitori di costituirsi parte civile in un procedimento penale contro la Petrillo.
«E altri eventuali soggetti – precisa Puschiasis – che avrebbero dovuto vigilare sulla sua azione.
Ricordiamo inoltre che la materia sanitaria sfugge dal codice del consumatore e quindi non si possono organizzare class action».
Aumenta contemporaneamente la diffidenza di mamme e papà a risottoporre i figli alle nuove vaccinazioni. «Come facciamo a sapere se il vaccino non è mai stato iniettato», si interroga Laura Ziani, una giovane mamma di Mereto di Tomba che insieme ad altri genitori si sta organizzando per avviare un’azione legale.
«Ci chiediamo se ha senso riappoggiarsi alla stessa Azienda sanitaria anche se l’equipe di medici non ha colpe. Proviamo rabbia e siamo preoccupate.
Emanuela Petrillo me la ricordo bene. Tra noi mamme c’era il passaparola per fare vaccinare i bimbi da lei perchè era gentile e non li faceva piangere».
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