Finti vaccini, le mamme: l’assistente ha tradito la nostra fiducia

A Codroipo aumenta lo sconcerto dei genitori di tanti bimbi. «Siamo favorevoli alla profilassi, ignorata la nostra volontà.»

CODROIPO. Non aspettano altro che i loro bambini siano richiamati dall’azienda sanitaria. E sperano che questo avvenga in fretta. Perché adesso la paura c’è. E ogni giorno che passa aumenta. Ora i genitori dei bambini del Medio Friuli fanno fatica a convivere con il dubbio, con l’incertezza che i propri figli non siano stati vaccinati. Mamme e papà sono sotto choc, dopo gli sviluppi della vicenda dell’infermiera infedele.

Un dubbio che, a fronte dei dati emersi dal primo campione fatto su 200 bimbi, comincia a lasciare spazio al timore. Vogliono risposte chiare e concrete. Vogliono uscire da questo incubo. Come Manuel Larese e la moglie Monica. Li incontriamo con i loro piccoli ai campetti base della città. «Il nostro primo figlio ha fatto l’ultimo richiamo nel 2009 - raccontano - mentre la nostra seconda figlia è nata nel 2010 e quindi ha fatto tutte le vaccinazioni proprio nel periodo in cui ha lavorato l’assistente sanitaria al centro dello scandalo. Adesso aspettiamo solo di essere richiamati per verificare se le vaccinazioni siano state fatte o meno.

Quel che è successo è una cosa assurda. Non è ammissibile che una persona, nel momento in cui noi siamo favorevoli al vaccino, si prenda il diritto di non farli regolarmente e di non rispettare la nostra volontà di genitori». Monica, insieme ad altre mamme, nei giorni scorsi si era recata al distretto sanitario per chiedere informazioni. «C’è tanta preoccupazione fra le altre mamme che conosco - aggiunge -, ci sono i timori più diversi.

Quel che è certo è che tutti i bambini ora devono essere richiamati per gli opportuni controlli, su questo non deve esserci il minimo dubbio». Giorni di ansia, quelli che stanno vivendo i genitori del Codroipese.

Come Claudio i cui figli sono stati vaccinati nel 2013 e nel 2014 e che chiede adesso «che si proceda immediatamente con le rivaccinazioni a tutti i bambini». O come Paola che nel 2015, nell’ultimo periodo in cui l’assistente sanitaria al centro dello scandalo Emanuela Petrillo operò al distretto di Codroipo, fece vaccinare il suo bimbo. «Nel mio caso essendo stato il primo vaccino - riferisce - credo non sia così grave, ma sono comunque tanto amareggiata.

Dove lavoro ci sono altre mamme molto preoccupate perché hanno fatto i vaccini proprio dal 2009 al 2015 quando operava l’assistente sanitaria Petrillo. Adesso siamo in attesa di essere richiamate dall’azienda. Non ci resta da fare che aspettare». Non nasconde la preoccupazione anche Giancarlo Bianchini, assessore di Codroipo, papà di un bimbo (che ha fatto l’ultimo richiamo nel 2011) e di una bambina che è stata vaccinata nel 2011 con tutti i successivi richiami.

«Credo che la cosa più grave - riferisce - è che sia stata tradita la nostra fiducia di genitori. Se non ci possiamo più fidare nel portare i bambini a vaccinare di chi ci possiamo fidare? Adesso viviamo in questa incertezza, senza sapere nulla e questa è una grande preoccupazione».

Ieri il telefono del sindaco di Codroipo Fabio Marchetti non ha smesso di squillare. Decine le telefonate ricevute da parte di cittadini preoccupati. «Tutti i bambini e gli adulti che si sono recati al distretto per vaccinarsi nel periodo in cui ha lavorato l’assistente sanitaria al centro della vicenda vanno rivaccinati - dichiara -. Io ho chiesto le vaccinazioni di massa, gratuite con un’informazione capillare, semplice ed efficace famiglia per famiglia. Non è possibile che oggi in Italia non sappiamo chi ha fatto le vaccinazioni, siamo all’assurdo. Il sistema va cambiato da subito per avere tutte le certificazioni necessarie.

E, in questo clima di incertezza, non può essere che l’assessore regionale alla Salute e la presidente della Regione non siano intervenute alla conferenza stampa perché io come sindaco devo capire chi paga il danno ai cittadini e all’azienda sanitaria stessa. Sono domande a cui un sindaco non può far fronte. Manca del tutto l’interlocuzione politica».

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