Finto rilevatore per le perdite d’acqua: anziana truffata da due falsi tecnici

Vittima del raggiro una donna di 91 anni a Fontanafredda. Ha consegnato denaro e gioielli nelle mani dei malviventi. Suonato il campanello, sono entrati in casa convincendola della presenza di problemi sulla rete idrica

Le hanno suonato il campanello, poi con la scusa di una grave perdita della rete idrica, sono riusciti a guadagnare l’ingresso in casa.

Così è andata in scena una truffa ai danni di un’anziana di 91 anni di Fontanafredda, purtroppo caduta nell’inganno dei due finti tecnici a cui ha consegnato tutto quello che di prezioso custodiva in casa.

Il bottino, per i malviventi, che aveva grande valore affettivo per la donna, che temendo davvero di trovarsi la casa allagata dalla grave perdita di acqua, in poco tempo ha messo insieme 300 euro in contanti e alcuni gioielli in oro. Sorprendere come ancora i malviventi riescono con i loro modi a guadagnare il consenso e la fiducia delle vittime.

Il più delle volte si tratta di persone fragili e in difficoltà, che nella convinzione di essere davvero nel mezzo di un’emergenza, non esitano a raccogliere i propri oggetti preziosi e i soldi custoditi in casa nell’idea di depositarli in un luogo, che i malviventi, indicano come più sicuro. Spesso è il frigo, ma anche un mobile o il tavolo.

Questa volta, invece, sono state proprio le stesse mani dei truffatori, evidentemente ritenute affidabili dall’anziana ultranovantenne. Mentre continua l’attività di prevenzione e di informazione sulle truffe da parte dei militari dell’Arma, sui social continua il tam tam tra cittadini per mettersi in guardia.

E proprio sull’episodio di ieri c’era anche chi sosteneva che i truffatori si fossero introdotti nell’abitazione mostrando attrezzatura simile a un metal detector per individuare l’origine delle perdite d’acqua. Dagli attrezzi, al vestiario fino alle parole e al tono della voce.

Una vera e propria messinscena, che sebbene ormai in molti hanno iniziato a riconoscere, riesce ancora ad ingannare qualcuno. Solo lo scorso fine settimana erano state ben dieci le telefonate del “finto incidente” denunciate ai carabinieri, segnalate tra i comuni di Budoia, Fontanafredda, Aviano e Prata di Pordenone. In quel caso, però, nessuno dei tentativi era andato a segno.

Al racconto del parente della vittima in stato di fermo in caserma per aver provocato un incidente con feriti, le potenziali vittime non hanno abboccato e riconosciuta l’origine della chiamata hanno riattaccato informando immediatamente le forze dell’ordine, come viene consigliato di fare quando si ha il sospetto di essere nel mirino dei truffatore.

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto