«Fisco equo contro la delocalizzazione» IL REPORTAGE
PORDENONE. «Questo Governo ha promesso interventi straordinari per attrarre investimenti delle multinazionali in Italia. Non basta: occorrono interventi straordinari per trattenere in Italia le multinazionali che già ci sono». È in questa direzione che occorre agire «e rapidamente» per evitare che «il settore del bianco, oggi attanagliato dalla crisi, in cui abbiamo maturato competenze ed esperienza, di cui abbiamo presidi di ricerca importanti e realtà uniche, come il Professional a Pordenone, scompaia».
Michelangelo Agrusti, presidente di Unindustria, traccia la rotta e indica una via per difendere il settore, l’elettrodomestico, che in Friuli Venezia Giulia si declina in Electrolux che a Pordenone ha sede e cuore del gruppo in Italia, oltre ad uno stabilimento di lavatrici, a Porcia, e di prodotti professionali a Vallenoncello.
La minaccia, forse la più immediata, è quella descritta dal vicedirettore del Messaggero Veneto, Giuseppe Ragogna, nel suo reportage dalla Polonia, dove la multinazionale svedese ha insediato quattro stabilimenti (lavatrici, forni, lavastoviglie, asciugabiancheria) che sono i “gemelli” di quelli italiani.
«Il rischio-Polonia lo abbiamo ben presente - prosegue Agrusti - e non è certo un caso che un’azienda come Indesit abbia deciso di delocalizzare una parte importante della propria produzione proprio in Polonia. È evidente che ci sono questioni attinenti al costo del lavoro che rappresentano un dumping salariale non facilmente superabile. Così come non possiamo attendere supinamente che il costo del lavoro di quel Paese continui a salire, come peraltro ha già iniziato a fare, sino a raggiungere i nostri livelli. La competizione - secondo Agrusti - non si può giocare solo su questo terreno. Così come – prosegue – non possiamo immaginare di dover sopportare azioni di dumping sia da Est sia dall’interno della Ue: una armonizzazione dei sistemi fiscali in Europa è ineludibile».
A giudizio del leader degli industriali pordenonesi «occorre imporre in questo Paese condizioni favorevoli al fare impresa, regole per una concorrenza ad armi pari, snellimenti burocratici imponenti, sostegno agli investimenti. Su questo, declinato in particolare sul settore del “bianco”, si è aperto un tavolo tra le associazioni territoriali di Confindustria che sono sede di aziende che operano in questo comparto, utile ad aprire un confronto con il Governo».
Anche il sindacato punta allo stesso obiettivo. «Sono anni - rimarca Michele Zanocco, coordinatore nazionale della Fim per Electrolux - che chiediamo di mettere al centro dei ragionamenti politiche industriali per il “bianco”. Basta chiacchiere e politiche degli annunci, occorre agire. Non escludo che a settembre come sindacati non assumeremo, sulla scia di quel che sta avvenendo in Indesit, decisioni importanti per mettere al centro dell’attenzione l’elettrodomestico».
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