Flop saldi in Friuli Venezia Giulia: c’è più gente, ma pochi affari

UDINE. L’incertezza sull’evoluzione del quadro politico frena la ripresa. E i saldi invernali, tanto attesi dai consumatori, alla fine deludono i negozianti, che vedono aumentare il giro di clienti, ma non gli affari. Lo sostiene l’indagine congiunturale sul quarto trimestre 2017 e sulle prospettive per l’inizio del 2018, commissionata da Confcommercio Fvg a Format Research. Lo studio è stato illustrato dal direttore scientifico dell’istituto Pierluigi Ascani, nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato anche il presidente regionale dei commercianti Alberto Marchiori e l’assessore regionale ad Attività produttive e Turismo Sergio Bolzonello. Per quanto riguarda i macrosettori, c’è da sottolineare come vadano molto bene turismo e servizi, mentre soffrono i piccoli dettaglianti, soprattutto quelli fuori dal settore alimentare, e le costruzioni. Bene nel complesso anche la Gdo (Grande distribuzione organizzata).
«Ci ha impressionato il calo dell’ottimismo degli operatori negli ultimi mesi», ha evidenziato Marchiori. Che imputa appunto questa flessione di fiducia nella ripresa alla possibile instabilità post voto. Marchiori ha speso importanti parole anche sul fronte sicurezza. «È un elemento che può dare una spinta anche agli acquirenti - ha spiegato -. Non vogliamo vedere episodi da far west come accaduto di recente a Pordenone. È importante investire in sicurezza, a cominciare dai sindaci, dagli imprenditori fino agli stessi cittadini. Ed è necessario che tutti ritrovino il senso civico».
Bolzonello, commentando i dati, ha parlato di «un 2017 che si è chiuso bene, con una crescita consolidata nel suo complesso. E anche per il 2018 abbiamo certezze che turismo e servizi andranno bene. Oltre a una stagione invernale ottima, stiamo avendo riscontri molto significativi dalle prenotazioni per il mare, in aumento rispetto all’anno scorso, che era già stato positivo. E stanno diventando mete consolidate per il turismo pure la zona Collinare, sia nel Pordenonese che nell’Udinese, e il Collio. I saldi non danno spinta al commercio, è vero. Abbiamo riscontrato che non rappresentano benzina sufficiente».
In Friuli Venezia Giulia, nell’arco del 2017, sono nate 5.368 nuove imprese (3.899 del terziario, 1.469 degli altri settori). Allo stesso tempo ne sono cessate 5.799 (3.677 del terziario, 2.122 degli altri settori). Il saldo resta dunque negativo (-431 imprese), per un tasso di crescita pari a –0,42% (in Italia è +0,75%). Le imprese del terziario fanno registrare un miglioramento della situazione relativa all’occupazione, sebbene esista un tema legato alla “qualità” della stessa, dovuta alla presenza ingente di contratti a tempo determinato.
Resta altalenante l’andamento dei prezzi praticati dai fornitori (sebbene sembri ormai lontano il tunnel della deflazione) e continua a migliorare la situazione relativa ai tempi di pagamento da parte dei clienti. In generale, le imprese evidenziano un miglioramento con riferimento alla situazione della liquidità, sia in termini congiunturali, sia in termini prospettici. In leggero aumento la quota di imprese del terziario Fvg che formalizza una domanda di credito.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto