Focaccia friulana, la ricetta del dolce di Pasqua in tv

A “Geo&Geo” Giuliana Cleva, la moglie del titolare La stella di Meduno. «Una specialità che risale al XV secolo, di cui abbiamo recuperato le tracce»

MEDUNO. La focaccia friulana realizzata secondo l’antica ricetta di una medunese finisce sotto i riflettori del programma Geo&Geo grazie a Giuliana Cleva, titolare assieme al marito Regis del ristorante La stella.

A rappresentare la regione nella puntata trasmessa alle 17 di martedì 11 aprile su Rai 3 sarà proprio Giuliana, che presenterà questa focaccia tipica delle feste pasquali. Un prodotto versatile, che può essere servito come dolce, ma che ben si sposa anche con gli affettati.

È infatti una sorta di pane, realizzato con ingredienti semplici. Quegli ingredienti che, nei secoli scorsi, si potevano reperire facilmente e soprattutto non erano costosi.

La focaccia friulana nasce in un contesto povero: in casa, le donne non avevano a disposizione un’ampia scelta di materie prime e si inventavano ricette con quel poco di cui disponevano. A raccontare la storia di questo prodotto è Giuliana, che il mese scorso si è recata assieme al marito e al figlio Tommaso a Roma per le riprese in Rai.

«Della focaccia friulana, che di fatto è una sorta di pane, si trovano tracce scritte sin dal quindicesimo secolo: la ricetta che ho seguito risale a inizio Novecento e mi è stata donata dai familiari di una donna medunese, la quale non voleva che se ne disperdesse la memoria – ha raccontato –. La focaccia viene realizzata con pochi ingredienti: uova, zucchero, burro, farina, bucce di limone, latte, marsala e lievito di birra. In regione ci sono diverse varianti: nelle zone pedemontana e carnica, la ricetta è più semplice ed è quella che ho presentato a Geo&Geo».

Se ci si sposta nel Triestino, complici le influenze slovene e austriache, la focaccia viene arricchita con uvetta o frutta secca, ingredienti che un tempo non erano facili da reperire in area pedemontana e per questo non venivano utilizzati». Sulle uova bisogna aprire una parentesi: per una ricetta coi fiocchi e che rispetti la tradizione, devono essere “speciali”.

«Un tempo le donne usavano quelle covate dalle galline nel corso della settimana di Pasqua – ha proseguito –. Quelle del venerdì santo, in particolare, si racconta che avessero potere taumaturgico». La preparazione della focaccia è un rito. «Non è facile – ha precisato –: richiede tre fasi e otto ore di lievitazione a circa 25 gradi. Ora nelle cucine il caldo non manca, ma una volta non era così e quindi il tempo di lievitazione era più lungo». Oggi la cottura viene fatta in casa, ma nei secoli scorsi le donne non avevano a disposizione gli strumenti attuali.

«Andavano a cucinare le focacce nei forni dei panettieri, dopo che questi ultimi avevano portato a compimento l'ultima cotta – ha fatto sapere Giuliana –. Prima di essere consumate, le focacce venivano benedette».

A Meduno c’è ancora chi ricorda le donne che trasportavano questi prodotti nei paesi limitrofi, in gerle coperte con un telo bianco di lino. «Nelle nostre zone la focaccia viene realizzata a forma di pagnotta, di spirale invece in altre aree della regione – ha aggiunto –. C’è chi la consuma a colazione, con un filo di marmellata o senza nulla, e chi la abbina agli affettati, come se fosse pane».

Al ristorante La stella, la focaccia friulana è il dolce che viene servito a Pasqua. «Da anni – ha concluso – la proponiamo ai clienti in occasione delle festività pasquali».

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