Foibe ed esuli, la storia che contrappone
Oggi si celebra la Giornata del Ricordo e anche a Pordenone sono numerose le iniziative organizzate per commemorare la pagina di storia che riguarda gli infoibati e l’esodo istriano, fiumano e dalmata. Così come numerose sono state le polemiche che si sono susseguite in avvicinamento a questo appuntamento. In particolare, la contrapposizione si è scatenata in seguito al rifiuto di dare spazio al convegno promosso da Pn Rebel “I giorni dei ricordi” prima dal Comune di Pordenone, che ha negato la sala Degan della biblioteca civica, poi dal teatro Verdi, che ha detto no per il Ridotto (pur con diversità di vedute tra i componenti del cda).
La motivazione che sottende al doppio rifiuto (il convegno si terrà alla Casa del popolo di Torre) riguarda l’impronta negazionista data all’incontro, il cui sottotitolo recita “Storia, storiografia e manipolazioni sulle foibe e il confine orientale”.
Il Comune di Pordenone, per questa giornata, ha promosso una serie di appuntamenti che si susseguiranno dalla mattina alla sera. Si comincerà alle 10 con l’incontro previsto nel cortile della Provincia in corso Garibaldi e la conferenza rivolta alle scuole dal titolo “Perché l’esodo”, con la relazione di Flavia Maraston, figlia di esuli.
Alle 20.30, all’ex convento di San Francesco, è organizzato l'appuntamento dal titolo “Restare italiani: una scelta d’amore”: interverrà lo scrittore Luigino Vador, autore del libro “Opzione italiani”, e ci saranno le testimonianze di Gianni Giugovaz (sindaco di San Quirino), Renata Sferco e Sergio Gelisi, tutti figli di esuli.
«Venite in tanti alle iniziative del Giorno del Ricordo – è l’appello del sindaco Alessandro Ciriani – per esprimere un sì al rispetto delle vittime e un no a ogni tentativo di mistificare il dramma delle foibe e dell’esodo».
Mentre il Comune organizza l’evento al convento, alla Casa del popolo, alle 20.45, ci sarà «una conferenza fuori dal Comune». “I giorni dei ricordi” vedrà gli interventi di Federico Tenca Montini, ricercatore, Lorenzo Filipaz, blogger, e Luca Meneghesso, storico. «La Casa del popolo – spiegano i promotori del convegno Pn Rebel e Nea – si è offerta di ospitare la nostra conferenza sulla complessità del confine orientale.
Non avevamo dubbi. Ma avevamo un vezzo, una caparbia determinazione a riconoscere nel centro di una città l’accoglienza di quei luoghi che si vantano d’essere centri di cultura, dell’eccellenza della cultura. C’eravamo quasi riusciti». E continuano: «Scopriamo che nelle commemorazioni ufficiali tra relatori e relatrici compare una “figlia di esule istriano”: anche tra i nostri relatori c’è un “figlio di esule istriano”. Evidentemente ci sono figli di serie A e altri di serie B, alcuni possono parlare e altri devono tacere».
«Se il governo cittadino ha gettato la maschera sulle proprie attitudini autoritarie – concludono –, luoghi storici come la Casa del popolo hanno dato una lezione a questi signori: la libertà di parola e di pensiero trova sempre qualcuno disposto ad accoglierla».
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