Fondi di Friulia a Fadalti Snaidero: tutto in regola

Il presidente della finanziaria: «La procedura è stata come tutte le altre». Nel Pdl c’è chi chiede chiarezza. I dipietristi: «No aiuti agli amici degli amici».

TRIESTE. Tutto regolare: nessun trattamento di favore per Fadalti. Friulia ha operato per l’azienda di Pordenone come ha fatto per altre centinaia di imprese. L’assicurazione arriva dal presidente Edi Snaidero, che ieri è stato ascoltato in Consiglio regionale. Il dibattito davanti alla prima commissione ha acceso la mattinata di piazza Oberdan, con qualche scintilla interna alla maggioranza e un battibecco tra il consigliere del Pdl Antonio Pedicini e l’assessore alle Finanze Sandra Savino.

Al centro dello scontro c’è ancora una volta la gestione di Friulia, un caso segnalato dal Messaggero Veneto. Senza grandi clamori, Friulia era diventata azionista di peso della Fadalti, storica impresa di Pordenone che commercializza materiali per l’edilizia. Nel corso degli anni Fadalti ha avuto più volte bisogno del supporto della finanziaria regionale: nel 2003 e nel 2007 erano stati deliberati due interventi, nel 2009 un nuovo finanziamento da 5 milioni di euro. Ma poi è arrivata la liquidazione, nell’ottobre 2010, e il Ministero dello Sviluppo economico ha concesso la cosiddetta procedura Prodi bis per salvare le imprese medio grandi e ha nominato un commissario giudiziale.

Il punto è che la vicenda non è chiara: perché Friulia ha erogato quelle somme, diventando azionista di riferimento e potendo così indirizzare le scelte strategiche quando questa opzione non rientra negli obiettivi della finanziaria? E perché non si è valutato, all’epoca del finanziamento, che era in piedi una trattativa con i liguri del gruppo Borea? Le tensioni e le convergenze politiche - le stesse dinamiche che avrebbero potuto pesare anche in una ipotetica conferma dell’amministratore delegato Federico Marescotti - fanno discutere.

E anche in Consiglio regionale i partiti si dividono: Pedicini dice che «si aprono nuovi scenari sulla necessità di valutare le scelte di Friulia» e chiede chiarezza, l’assessore Sandra Savino si limita a invocare di «togliere i riflettori da Fadalti», che garantisce il posto di lavoro a 150 persone. Il leghista Ugo De Mattia si accoda a quelli che vorrebbero capire fino in fondo la questione. Il democratico Gianfranco Moretton dice di «sapere già come sono andate le cose», ma di aver voluto comunque portare la questione in commissione. Il dipietrista Alessando Corazza, invece, attacca e dice «no agli aiuti agli amici degli amici».

Snaidero comunque ha garantito che «le procedure interne seguite da Friulia e la metodologia» nel sostegno a Fadalti «è la stessa di tutte le pratiche in cui la finanziaria interviene». L’esposizione di Friulia per l’impresa è di 6 milioni di euro, garantiti da beni patrimoniali e personali. Ma che pensa l’imprenditore Snaidero delle ipotizzate ingerenze della politica nelle scelte di finanziamenti di Friulia? «Bisogna chiedere a chi c’era quella volta», ha detto Snaidero, riferendosi a Marescotti. L’affaire Fadalti non ha terminato la propria apparizione in Consiglio regionale: presto sarà all’attenzione del Comitato per la legislazione, il controllo e la valutazione.

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