Fontanini: lingua friulana alla base dell’autonomia
UDINE. «Specialità e tutela della lingua sono elementi centrali per far valere l’autonomia del Fvg oggi, ma soprattutto in prospettiva. Per questo motivo su entrambi sono necessari maggiore impegno e concretezza». Così il presidente della Provincia di Udine, Pietro Fontanini, si inserisce nel dibattito sull’autonomia della nostra regione (il riferimento è all’articolo sull’autonomismo uscito ieri sul Messaggero Veneto, ndr) di cui quest’anno ricorrono i 50 anni, argomento che affronta la rassegna culturale “Dulinvie” in programma, oggi e domani, a palazzo Morpurgo.
«Riguardo all’esercizio della specialità da parte del Fvg – rileva Fontanini – negli ultimi anni abbiamo assistito a una decadenza del ruolo della Regione e in particolare del Consiglio regionale. La volontà di applicare il tema del decentramento, così forte al momento della costituzione, si è gradualmente indebolita trasformando l’assemblea regionale in un ente amministrativo mentre invece il ruolo dovrebbe essere ben più “alto”, cioè quello prettamente legislativo e di indirizzo». Tra gli obiettivi più rilevanti raggiunti, Fontanini ricorda la legge 10 degli anni ’80 attraverso la quale la Regione attribuiva agli enti locali territoriali (Province e Comuni) tutta una serie di competenze in diversi settori tra cui quello culturale. «Una Regione che dunque delegava alle istituzioni locali il ruolo operativo e amministrativo per concentrarsi su strategie, programmi, visioni», commenta Fontanini auspicando che «il Consiglio regionale ritrovi questa dimensione». E tra i perni sui quali si fonda l’autonomia del Fvg, la presenza delle lingue minoritarie ricopre senza dubbio una posizione di rilievo. «Si parte dalla lingua per tutelare la cultura – evidenzia Fontanini in sintonia con le parole del professor Gianfranco D’Aronco – perché la lingua è la prima espressione di un popolo, della sua visione del mondo, è l’elemento dal quale poi si originano letteratura, produzioni teatrali e appunto cultura. Di più si deve fare per tutelare le lingue minoritarie diffuse in Friuli Venezia Giulia: il friulano, la cui comunità di parlanti è quella prevalente a livello statale tra le lingue minoritarie, ma anche la minoranza tedesca e quella slava. Dopo l’approvazione della legge 29/2007 – aggiunge Fontanini – non si registrano interventi di rilievo in materia e questo dimostra una disattenzione nei confronti di una parte fondante la nostra identità. La lingua è un elemento centrale, è la base della cultura che, in senso autonomista, è la cultura del nostro popolo, con un patrimonio ricco da valorizzare e preservare. Come ha indicato il professor D’Aronco, la condotta da seguire è quella volta alla difesa della lingua, da introdurre ancor più massicciamente nelle scuole, per dare futuro a un’identità che, altrimenti, rischia di perdersi in una società che è e sarà sempre più multiculturale e globalizzata».
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