Forza Italia nasce sull’asse Blasoni-Riccardi
UDINE. Il tramonto del Pdl, con i “vecchi” dirigenti del partito pronti a farsi da parte, potrebbe rappresentare l’alba di Massimo Blasoni, deciso a svolgere un ruolo da protagonista nella nuova Forza Italia. Si prospetta un futuro da “fenice” per l’imprenditore udinese, al lavoro sottotraccia per rinascere e acquistare consenso dalle ceneri di quel partito, il Pdl, che l’ha fatto fuori prima delle elezioni politiche di febbraio.
Blasoni non rilascia dichiarazioni, ma riesce comunque a lanciare un messaggio forte e chiaro ai suoi antagonisti politici, facendo da committente ai messaggi pubblicitari di Forza Italia 2.0 targata Silvio Berlusconi.
È convinto che questa nuova entità politica sia la sua collocazione ideale, lui imprenditore ultra quarantenne, rimasto fuori dai giochi sia alle elezioni politiche sia a quelle regionali, e quindi non compromesso dalle cocenti sconfitte del centrodestra in Friuli Venezia Giulia.
Proprio Blasoni, trovando appoggio nell’uomo forte del Pdl di oggi (da un punto di vista elettorale), Riccardo Riccardi, spera di riuscire a prendersi la Forza Italia di domani, incarnando quel ricambio generazionale richiesto da più parti.
Un rinnovamento per cui è difficile pensare a un ruolo per l’attuale coordinatore Isidoro Gottardo, che comunque si è già dichiarato disponibile a rimettere il mandato per svecchiare il Pdl. Resta da capire cosa farà l’ex presidente Renzo Tondo e quali rivendicazioni arriveranno dagli altri “feudi” pidiellini del Fvg, Pordenone, Gorizia e Trieste.
A chiedere un rinnovamento all’interno del centrodestra sono anche due primi cittadini con alle spalle una certa esperienza di partito in An e Fi in provincia di Udine, Renato Carlantoni e Piero Mauro Zanin. Per entrambi, il successo del centrodestra dipenderà da quanto saranno coinvolti coloro che vivono quotidianamente sul territorio, affrontando problemi e criticità, e cioè gli amministratori locali.
«Abbiamo esigenza di un cambiamento che vada al di là della modifica del nome del partito – afferma Carlantoni –. Un percorso che il Pd ha già avviato, almeno apparentemente. Ciò che è mancato al Pdl è stato il dibattito interno: dobbiamo ripartire passando per gli amministratori locali, che conoscono meglio il territorio e le esigenze della gente.
Bisogna smetterla con le divisioni e con le dispute sulle provenienze di ognuno, altrimenti il partito non potrà mai essere compatto. È indispensabile ritrovare un rapporto con il territorio». Il ricambio al vertice del partito, per Carlantoni, non deve essere necessariamente anagrafico: «Servono facce nuove per riorganizzarsi in vista del 2014, quando andranno al voto più 100 Comuni», chiosa il sindaco di Tarvisio.
Secondo Zanin, per il futuro del centrodestra, sarà fondamentale riuscire «a coinvolgere di più nelle scelte gli amministratori locali, tenendoli in maggiore considerazione».
«Penso che la nuova Forza Italia dovrebbe ripartire innanzitutto da un progetto culturale e politico, prendendo spunto dai valori del Fvg: il territorio, l’autonomia, la capacità di fare. Da qui si può ricostruire il tessuto di un partito, superando le lotte tra i potentati per riuscire a scalzare il centrosinistra alle prossime regionali, proponendo un candidato presidente condiviso. Questo dovrà essere il nostro obiettivo».
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