Forza Italia, resa dei conti dopo il flop: perde metà dei voti e Fdi la sorpassa

Ribaltone in casa centrodestra: gli azzurri passano dal 12 al 6 per cento. I patrioti esultano: «Noi la seconda gamba» 
Elezioni Europee, a Udine file uniche al seggio per favorire l’inclusione
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UDINE. A queste latitudini l’ottimismo mimetico del Cav non attecchisce. Gli azzurri del Friuli Venezia Giulia non si sforzano neppure per tentare di mascherare quella che, a conti fatti, è un’autentica batosta.

Resa ancor più amara nell’estremo Nordest del Belpaese dal sorpasso firmato da Fratelli d’Italia, che s’infila orgogliosamente al collo la medaglia di legno: un risultato che fa dei patrioti il naturale interlocutore della Lega pigliatutto, anche in regione. A Pordenone – roccaforte presidiata dai fratelli Luca e Alessandro Ciriani – i meloniani riescono addirittura a mettersi alle spalle il Movimento 5 Stelle, sfiorando quasi il 10 per cento.


In casa Fi l’umore è nero. Per carità: nessuno si aspettava il colpaccio e la speranza non era certo quello di invertire il trend discendente che neppure l’artificiale ricostituzione di Forza Italia era riuscito a interrompere, nonostante il tiepido entusiasmo che il ritorno sulla scena di Silvio Berlusconi (13.871 preferenze in Fvg) aveva innescato.

I risultati, però, sono stati persino peggiori delle aspettative: il 6,69 per cento sancito dalle urne costituisce il minimo storico degli azzurri in regione, che quasi dimezzano i voti incamerati alle regionali dello scorso anno.

«Il risultato in Fvg è deludente», ammette senza giri di parole il presidente del Consiglio regionale, Piero Mauro Zanin. «Credo che Fi abbia perso il traino del voto d’opinione che aveva caratterizzato i suoi successi in passato. Senza dubbio serve un cambio di passo, scelte di campo nette che non lascino ancora Fi nel mezzo del guado, come accaduto in questi anni».

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Tolmezzo 26 Maggio 2019. Elezioni Europee 2019 e Comunali. Seggio di Tolmezzo.© Foto Petrussi


Rodolfo Ziberna, sindaco di Gorizia e tra i maggiorenti di Fi in regione, invoca «una nuova stagione congressuale, che consentirebbe di rendere la base del partito partecipe dei processi decisionali». Dovrebbe essere giunta dunque al tramonto l’esperienza di Sandra Savino (irraggiungibile ieri al telefono) alla guida del partito. La candidatura di servizio della deputata triestina ha partorito appena 5. 971 voti, con la punta negativa di Gorizia (371 preferenze), che non le ha perdonato lo sgarbo perpetrato lo scorso anno nei confronti di Ettore Romoli.

La rifondazione poggerà sulla ridefinizione della governance, che punta a dare maggior spazio agli amministratori locali, rivendicando l’autonomia del territorio rispetto a una gestione innegabilmente verticistica del partito.

Quel che è certo è che, almeno per il momento, non sono in discussione gli equilibri del governo regionale. Fratelli d’Italia, che diventa la seconda forza nel perimetro del centrodestra, rassicura gli alleati: «Non vogliamo neanche accennare a cambi di giunta: l’amalgama della coalizione non è affatto in discussione», dice solennemente il segretario regionale dei meloniani, Walter Rizzetto, che si gode «la crescita tra i 2 e i 3 punti percentuali in tutti i territori», che fa di Fdi «l’interlocutore privilegiato della Lega».

I patrioti hanno incamerato quasi 44 mila voti, il 7,61 per cento del totale: un incremento netto rispetto alle Europee di cinque anni fa (4,4 per cento) e alle politiche dello scorso anno, quando gli alfieri di Giorgia Meloni si erano fermati al 5, 47 per cento. Eccezion fatta per Gorizia, negli altri territori della regione Fdi ha sopravanzato Forza Italia, staccandola anche di due punti percentuali.

In riva al Noncello la performance più significativa. Nella Pordenone guidata dal sindaco Alessandro Ciriani Fdi è addirittura la terza forza in assoluto, dietro Carroccio e Pd. Il Friuli occidentale è del resto il feudo di un altro Ciriani, Luca, capogruppo di Fdi in Senato. Candidato alle Europee, non andrà a Bruxelles, a meno di scossoni legati alla Brexit che potrebbero regalare in extremis un seggio in più alla circoscrizione Nordest.

L’ex assessore regionale ha incamerato 8. 544 preferenze in Fvg: «Sono molto soddisfatto e ringrazio chi mi ha sostenuto: crediamo che da questo risultato prenda nuova vita e nuovo slancio il progetto lanciato da Giorgia Meloni di creare una seconda gamba del centrodestra», esulta da Roma, dopo una notte quasi insonne. «Ora serve una nuova Fiuggi, che consenta la nascita di un nuovo soggetto che abbia Fdi come motore generante», gli fa eco Alessandro, che apre alle liste civiche con le quali già in questa tornata elettorale sono state varate formule di collaborazione.

Come quella che ha portato all’accordo federativo con Autonomia Responsabile e alla candidatura della segretaria Giulia Manzan, che ha raccolto 2.054 preferenze: «Un risultato sopra le aspettative – ammette Manzan – che mi ripaga del lavoro svolto in questa campagna elettorale. Ora ci concentreremo sul Fvg, per portare avanti i temi tanto cari ad Ar, con l’obiettivo di rilanciare questa regione in un contesto sempre più internazionale».

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