Foto porno nel telefono, indagato a scuola

Chiusa l’indagine sul cellulare con le foto di ragazzini anche senza vestiti trovato il 9 gennaio scorso in uno dei corridoi del Malignani dagli studenti dei corsi serali.
Un dipendente dell’istituto scolastico - attualmente in servizio - risulta indagato per le ipotesi di detenzione di materiale pornografico e per minacce dalla Procura distrettuale di Trieste.
Il pubblico ministero del capoluogo giuliano Massimo De Bortoli, dopo aver valutato tutta la documentazione prodotta dalla Squadra mobile di Udine, ha contestato all’uomo l’articolo 600quater del codice penale (intitolato “Detenzione di materiale pornografico”) perchè appunto «deteneva numerose immagini a contenuto pornografico realizzate utilizzando persone minorenni e anzi con protagonisti bambini in tenera età e quindi a carattere palesemente pedopornografico, intenzionalmente memorizzati su supporti di memoria digitale del cellulare».
La stessa persona, come accennato, è chiamata a rispondere anche di minacce in quanto - sempre seguendo la ricostruzione della polizia - avrebbe anche esplicitamente minacciato uno degli studenti che hanno trovato il telefonino e che, successivamente, hanno reso dichiarazioni ai poliziotti.
«La scuola - ha spiegato la dirigente del Malignani Ester Iannis - ha inviato tutta la documentazione relativa a questa vicenda all’ufficio scolastico regionale che è competente ad adottare eventuali provvedimenti. A sua volta l’Ufficio scolastico regionale, come spiega la stessa dirigente Daniela Beltrame, «è in contatto con la Procura per poter poi valutare l’accaduto».
Diversa la prospettiva offerta dalla difesa del dipendente, rappresentata dagli avvocati udinesi Andrea Purinan ed Ezio Franz: «Va precisato - sottolineano i legali - che le foto erano contenute in un cellulare che si trovava in un borsello chiuso e l’interessato si è risentito per il fatto che chi ha ritrovato il suo borsello abbia ritenuto di dover aprire il cellulare, esaminandone il contenuto. Si trattava comunque di immagini scaricate da siti internet liberamente accessibili e vi comparivano sia adulti che ragazzi, molto spesso ritratti assieme ai loro genitori in contesti scherzosi. Quasi sempre le foto risultavano scattate in luoghi domestici o su una spiaggia. Non vi erano espressioni volgari o morbose. L’interessato, inoltre, lavora da 19 anni in categoria protetta in un istituto scolastico, è benvoluto dagli studenti ed il suo comportamento non ha mai dato adito a rilievi di sorta». Gli avvocati sono convinti di poter dimostrare l’assoluta innocenza del loro cliente e per questo nei prossimi giorni sarà presentata richiesta di archiviazione.
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