Fotovoltaico, aziende fallite: chiesti danni per 8 milioni

PORDENONE. I fallimenti di Pm Solar srl di Roveredo in Piano e Solar clima srl di Fontanafredda, operanti nel campo delle energie alternative e dei pannelli fotovoltaici, portano in udienza preliminare cinque persone con l’accusa di bancarotta e, soprattutto, la costituzione di una parte civile a sei zeri, con le curatele che chiedono danni e risarcimenti per oltre otto milioni di euro.
I due procedimenti, originariamente distinti per ciascuna delle due aziende fallite, sono stati riuniti ieri dal gup Piera Binotto e l’udienza è stata aggiornata al 3 marzo prossimo. Gli indagati sono Marco Polino, 39 anni, residente a Varcaturo di Giuliano (Napoli), Massimo Tomasella, 43 anni, di Fontanafredda, Eleonora Marsonet, 38 anni, di Roveredo, Morris Pessotto, 38 anni, di Castelfrranco Veneto e residente a Cappella Maggiore, e Raffaella Parisi, 59 anni, residente a Napoli e madre dello stesso Polino.
Quest’ultima risulta indagata soltanto per le vicende relative alla Pm Solar, accusata di avere distratto somme in favore della ditta fallita, in qualità di amministratore unico e legale rappresentante di Friulnova srl, per pagare i creditori sociali. Tutti gli altri sono invece accusati di bancarotta per il fallimento di entrambe le società.
In particolare, per la Pm Solar, agli amministratori Pessotto e Polino si contesta la non regolare tenuta della contabilità e la distrazione o dissipazione di somme per oltre 450 mila euro, causando il fallimento dell’azienda avendo fatto gradualmente subentrare la Pm Solar in luogo di Friulnova srl, acquisendone l’avviamento commerciale e le residue potenzialità, di fatto Friulando la Friulnova tra la fine del 2010 e l’inizio del 2011, utilizzando le risorse di Pm Solarper pagamenti spettanti alla stessa Friulnova e alla Solar clima. La curatela, tramite l’avvocato Sergio Gerin, chiede a ciascun indagato un risarcimento di 600 mila euro, per un totale di 3 milioni.
Situazione simile per il fallimento della Solar clima, con Tomasella e Polino in questo caso in veste di amministratori, che avrebbero acquistato rilevanti beni strumentali quali un immobile qa Polcenigo da 50 mila euro, una barca Azimuth da 360 mila e una vettura Porsche da 70 mila, poi venduti alla Marsonet prima del fallimento, senza però incassare le somme.
E poi ancora pagamenti ingiustificati, prelevamenti dai conti bancari in contanti, stipula di contratti per l’installazione di impianti fotovoltaici mai realizzati, in particolare nei confronti di un’azienda agricola di Zoppola che avrebbe versaro a titolo di acconto più di 830 mila euro. In questo caso la curatela chiede complessivamente come parte civile 5 milioni 350 mila euro.
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