La frana di Cazzaso preoccupa: la Regione chiede di aumentare la classe di pericolosità

L’istanza all’Autorità di Bacino: necessaria anche la revisione del perimetro. Una decisione dettata dall’ultimo aggiornamento del monitoraggio satellitare

Tanja Ariis
La frana di Cazzaso deve essere riclassificata
La frana di Cazzaso deve essere riclassificata

La Regione chiede all’Autorità di Bacino distrettuale delle Alpi Orientali di aumentare perimetro e classe di pericolosità geologica dell’area della storica frana di Cazzaso di Tolmezzo nel Piano stralcio per l’assetto idrogeologico dei bacini idrografici per quanto riguarda il Tagliamento.

L’aggiornamento proposto deriva dalle nuove conoscenze derivate da studi e monitoraggi sull’area di frana attualmente classificata a pericolosità elevate P3 e media P2: si chiede di riconoscere una più ampia perimetrazione dell’area di frana del dissesto che insiste sull’abitato di Cazzaso e di riclassificare a P4 l’intero areale soggetto a frana di scivolamento rotazionale. La frana interessa l’intero abitato di Cazzaso e le sue viabilità di accesso.

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Il varco di chiusura verso il lato di Cazzaso Nuova

A supporto della proposta vengono indicati l’ultimo aggiornamento trimestrale del monitoraggio satellitare (ancora in atto) affidato a Tre Altamira (leader mondiale nei servizi di monitoraggio degli spostamenti terrestri), lo studio effettuato dall’Università di Milano – Bicocca datato 2024 e tre relazioni.

La richiesta è affissa sull’albo pretorio del Comune di Tolmezzo, dove resterà per 45 giorni, per dar modo a chiunque abbia un interesse concreto e attuale di far pervenire al Comune eventuali osservazioni che andranno trasmesse all’Autorità di Bacino Distrettuale e alla Regione.

Il Servizio geologico della Regione (ente che dal 2024 segue direttamente la frana, prima in carico al Comune di Tolmezzo) ha operato una sintesi sulle più recenti informazioni comprese le ultime relazioni riguardanti il complesso sistema di frane che interessa Cazzaso.

L’area oggi è classificata con pericolosità geologica P2 e P3 per scivolamento traslazionale ed è monitorata da parte del Servizio geologico in collaborazione con l’Università di Milano–Bicocca, dalla Protezione civile regionale e dall’Istituto di Oceanografia e Geofisica Sperimentale in coordinamento col Comune di Tolmezzo.

L’area di studio, come illustrato ampiamente nella relazione dell’Università Bicocca, è stata studiata e sorvegliata negli anni e oggi il monitoraggio è incentrato su diversi strumenti e metodologie. Sono impiegati 15 stazioni Gnss di rilevazione in continuo, 9 riflettori artificiali per le misure interferometriche differenziali, 2 colonne multiparametriche con centralina per l’acquisizione in continuo di movimenti profondi, temperatura e livello di falda, 2 stazioni meteorologiche e piezometri con sensori per la lettura in continuo del livello di falda.

Gli spostamenti della rete Gnss sono dell’ordine di decine di mm/anno.

I dati mostrano molteplici corpi di frana secondari all’interno della perimetrazione principale. Piogge superiori a 42 mm/giorno per almeno 3 giorni consecutivi possono indurre incrementi nel movimento franoso.

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