Frana, il rifugio Pussa deve restare chiuso
Il sindaco di Claut, Gionata Sturam, assicura: «La strada sarà nuovamente transitabile a inizio luglio».
CLAUT. C’è attesa per il decreto che la Regione emanerà a breve e che permetterà al Comune di Claut di attuare un progetto per cominciare i lavori di ripristino sull’enorme frana (località Lastre) che da più di sei mesi blocca la strada sterrata, che si snoda per ben 14 chilometri, lungo la val Settimana e che porta nella grande piana erbosa del rifugio Pussa, a 940 metri di altitudine. Ottimista il sindaco di Claut, Gionata Sturam, che nei giorni scorsi ha nuovamente incontrato il vicepresidente della Regione, nonché assessore all’ambiente e politiche per la montagna, Luca Ciriani, il quale ha assicurato il finanziamento dell’opera.
«Crediamo – ha detto Sturam – che se non ci saranno intoppi la strada potrà essere nuovamente transitabile entro fine mese o nei primi giorni di luglio. Un grande risultato che ci permetterà di salvare la stagione turistica». Sta di fatto che per ora l’accesso sino al rifugio Pussa, luogo molto frequentato per la sua sorgente solforosa e dove l’acqua puzza (da qui il nome), è consentito soltanto agli escursionisti e appassionati di mountain bike che usufruiscono di un varco scavato fra i massi della frana e la sponda del torrente Settimana. Ciò limita fortemente l’affluenza dei turisti, tant’è che il rifugio è chiuso. La proprietà, il Cai di Claut, al momento non intende darlo ancora in gestione. Per il presidente del Club alpino, Carlo Martini, «l’attuale situazione non consente neppure l’avvio delle normali procedure per l’assegnazione a terzi di questa attività esclusivamente stagionale».
Nel frattempo anche nella sede del parco di Cimolais l’obiettivo è quello di indirizzare i turisti verso itinerari escursionistici alternativi quali la val Cimoliana e la val Silisia. «Se poi si interverrà operativamente sul luogo della frana – spiega il direttore del Parco Graziano Danelin – realizzando una pista provvisoria, questo potrà garantire nell’immediato il ritorno alla normalità delle attività stagionali che si sviluppano in val Settimana». I proventi legati all’economia locale sono diversi. Si va dall’attività malghiva (Pussa e Senons) a quella dei privati proprietari degli stavoli lungo la valle, alle imprese cui sono stati affidati i lotti boschivi, sino all’attività turistica legata ai rifugi alpini.
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