“Fratelli di latte” si ritrovano dopo 51 anni all'adunata degli alpini

L’incontro a Treviso. Orfeo: «Livio venne affidato a mia madre, lo trattò sempre come un figlio»

CLAUT. Dopo 51 anni si sono ritrovati all’Adunata nazionale degli alpini a Treviso. Sono Orfeo Cimolai, di Vigonovo, e Livio Bellitto, di Claut. Alpini e amici per sempre: “fratelli di latte” nell’infanzia e poi camerati nel servizio di leva mezzo secolo fa. «Livio sei tu?».

In un bar trevigiano, domenica scorsa, la voce di Orfeo è vibrata tra quelle di decine di alpini. “Vecio vieni avanti!». Abbracci e lacrime, con la promessa di non perdersi di vista. «Prossimo raduno provinciale per la rimpatriata – hanno giurato Livio e Orfeo – e senza aspettare troppo».

La storia. Comincia quando la mamma di Bellitto, circa 70 anni fa, con il figlio piccolo scende da Claut nella Bassa pordenonese con il carretto per vendere prodotti artigianali come cesti, sedie, zufoli. I mercati erano tanti nella Pedemontana, fatto sta che Bellitto da bambino era stato consegnato in tutela alla famiglia di Cimolai. «Dove la mamma lo accudiva come un secondo figlio e lo allattava – ha raccontato Orfeo –. A 8 anni ci sono i primi ricordi consapevoli: ci siamo trovati compagni di giochi». I mesi sono passati e per i “fratelli di latte” gli orizzonti sono rimasti separati, fino ai 20 anni.

«Quando Bellitto, in servizio militare fu trasferito in una caserma di Chiusaforte dove era, per caso, di stanza anche Cimolai – hanno raccontato i commilitoni alpini a Treviso –. Sentendo una parlata friulana, Cimolai si avvicinò al nuovo arrivato e gli chiese se conosceva un certo Bellitto». Stupore e commozione. «Sono io, Livio: tu sei Orfeo». Insieme ancora una volta e poi strade separate: fino al 2017.

A Treviso. Finito il servizio militare, le strade di Livio e Orfeo si sono divise. Ma il destino ha deciso di incrociarle di nuovo a Treviso. Per caso, Bellitto è partito per la 90ª Adunata e, al momento dell’appello di un gruppo di penne nere pordenonesi nella zona dell’ammassamento, qualcuno propone la pausa caffè. Tutti al bar in fila e la storia si ripete. «Ho sentito il timbro del dialetto clautano vicino a me – ha raccontato Orfeo –. Mi giro, chiedo al fratello alpino se conosce un certo Livio Bellitto».

Un tuffo al cuore e stessa risposta di 51 anni fa. «Tu sei Orfeo?». Felicità e adrenalina allo stato puro: uno con le lacrime agli occhi e l’altro senza parole. «Finalmente – hanno detto – dopo 51 anni dal servizio militare ci siamo ritrovati. Subito i numeri di telefono e indirizzi”.

Alpini nel cuore. Una marea di ricordi. «Ritrovare il compagno d’infanzia e della leva è un’emozione unica – ha detto Livio a Orfeo –. Sempre con la penna degli alpini ben salda sul cappello». Capita anche questo, nelle giornate degli alpini del mega raduno nazionale, con il vecchio e fedele cappello. “Ti ricordi? ”. Il film della vita va alla moviola dei ricordi: tra due “veci” con il cuore grande e anni portati con orgoglio. Memoria di ferro e un passato lontano ma vivo di chi ha combattuto le battaglie della vita. Fine della storia, con un abbraccio.

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