Fresis piange il parà alpino morto sotto una valanga

C’è dolore a Enemonzo e a Fagagna per la morte del caporal maggiore Matteo Stefani travolto da una valanga mentre era impegnato in un’escursione di scialpinismo assieme a un collega e amico, in Val Pusteria.
ENEMONZO.
È dolore, sconcerto e cordoglio a Enemonzo e a Fagagna per la morte sabato in Val Pusteria del caporal maggiore Matteo Stefani travolto da una valanga mentre era impegnato in un’escursione di scialpinismo assieme a un collega e amico, il capitano Mattia Bevilacqua. A Enemonzo vivono i genitori, mentre a Fagagna lo sventutato ventottenne risiedeva in via Germanica con la moglie Luisa Rosso.


Oggi la salma, ma si attende ancora il nulla osta, dovrebbe giungere a Fresis, frazione di Ememonzo, dove nella casa natale sarà allestita la camera ardente. I funerali si dovrebbero tenere domani, nel pomeriggio, sempre nella frazione alta di Enemonzo.


«Non meritava questa fine. Era un ragazzo ben voluto da tutti. Dai commilitoni e dai suoi superiori. Lo sci era una delle sue grandi passioni, non meritava di morire così». E’ un dolore immenso quello di papà Levis al quale riesce difficile parlare di Matteo. «È venuto su, a Fresis l’altra domenica, per una grigliata. Veniva spesso, con la moglie, a trovarci, noi e sua nonna a cui era molto legato».


Una festa in famiglia proseguita dalla domenica sino a lunedì mattina: quindi mentre la moglie si recava a Fagagna, dove gestisce un laboratorio di parrucchiera, l’Elite, Matteo prendeva la via per Bolzano, dove prestava servizio nel reggimento alpini paracadutisti, in attesa di fregiarsi del grado di sottufficiale per il quale aveva da poco concluso l’addestramento e superato gli esami.


Papà Levis ricorda i particolari strazianti quando ha ricevuto la notizia, prima gli era stato detto di un grave infortunio, poi però mnessuno ha potuto più nascondere la tragica verità. Così la famiglia ha deciso di partire subito.


«Era un esperto di neve e di sci - racconta ancora papà Levis: si trovava, con il suo amico Mattia, a soli 200 metri dalla stazione della funivia. Avevano deciso di terminare di sciare: raggiunta la funivia avevano deciso di rientrare a valle. Invece la valanga li ha rapiti».

Papà Levis racconta di essere stato informato delle cause della morte del figlio: «Ci hanno detto che deve aver preso un colpo alla testa e aver perso i sensi: poi è stato sepolto dalla valanga sotto la quale è stato soffocato».

Anche Fagagna come si diceva è in lutto per la scomparsa di Matteo Stefani. A Fagagna il giovane parà alpino era arrivato due anni fa con il matrimonio con la fagagnese Luisa Rosso, parrucchiera 21enne. Matteo era conosciuto in paese anche se la sua professione lo portava a stare lontano dal Friuli. Era infatti caporal maggiore degli alpini paracadutisti, in forza da sette anni al 4° Reggimento di stanza a Bolzano, aveva alle spalle missioni in Iraq, Afghanistan e Bosnia, mentre il suo amico Mattia Bevilacqua è capitano del Genio, in forza al Polo interforze di Roma.


E in nome di questa grande amicizia, Matteo aveva scelto proprio Mattia per fargli da testimone di nozze. Erano insieme anche sabato mattina: avevano approfittato di un fine settimana di licenza per tornare ancora una volta tra quelle montagne che tanto amavano. Erano entrambi ben attrezzati ed esperti. Purtroppo, però, mentre scendevano a valle dopo un pernottamento al bivacco Panorama, è accaduta la disgrazia. Matteo Stefani è stato travolto in pieno dalla valanga, mentre Mattia Bevilacqua è rimasto coinvolto solo marginalmente, riuscendo a dare l’allarme. Inutili, purtroppo, i tentativi dei soccorritori di salvare il 28enne fagagnese che è spirato prima dell’arrivo in elicottero all’ospedale di Brunico.


Grande cordoglio, dunque, per la morte prematura di questo giovane militare. Già nella serata di sabato, i genitori- mamma Sandra e papà Levis- e la giovane moglie di Matteo, insieme alla fidanzata di Mattia, hanno raggiunto l’Alto Adige. La salma del parà degli alpini è stata composta nella camera mortuaria di Brunico, vegliata da un picchetto d’onore dei colleghi della caserma Vittorio Veneto di Bolzano. Ieri anche i suoceri del ragazzo sono partiti da Fagagna alla volta di Brunico, portando con loro la divisa con cui il ragazzo sarà sepolto.


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