Frico e polenta a Latina nel “Fogolar” dove tutto parla e profuma di Friuli

Il Friuli ce l’ha nel cuore. «Qui? Qui si parla e si mangia friulano!». E piace? «Molto, magari all’inizio c’è un po’ di diffidenza ma poi tutti tornano a ordinare i nostri piatti». Nostri. Sì, perché non importa se la distanza che la separa dalla sua terra d’origine supera i 700 chilometri. Tre generazioni e una storia di lavoro, sacrificio, determinazione. È la storia della famiglia Sottile che lo storico locale “Al Fogolar” l’ha aperto più di 70 anni fa a Chiesuola, piccola località a quattro chilometri da Latina. Qui il Fvg è di casa.
A raccontarcelo è Marco, il nipote. Tutto comincia dai suoi nonni. Angelo Sottile e Teresa Canci. Lui di Artegna, lei di Magnano in Riviera. Nell’Agro Pontino arrivano nel 1937. Iniziano a preparare i pasti per i dipendenti della Cava del Travertino. Angelo, con altre famiglie del posto, costruisce a Chiesuola una chiesa e una scuola, diventando uno dei fondatori del borgo. Ed è qui che i due sposi aprono il ristorante. «Pezzo dopo pezzo, mattone dopo mattone – racconta Marco – con tanto lavoro, costanza e sacrificio, da veri friulani. Non hanno mai mollato fino a farlo diventare un punto di riferimento dell’intera zona».
Nell’attività entrano anche i figli e in particolare Luciano insieme alla moglie Edda Franchi, papà e mamma di Marco. La tradizione continua. In menù ci sono anche il frico, la minestra di orzo e fagioli accompagnati dal vino rigorosamente made in Friuli («per noi il vino è una cosa seria») e poi il musetto e la brovada «che mica ci arriva già pronta, no la facciamo noi direttamente» aggiunge Marco, lui, insieme ai fratelli e alla sorella, la terza generazione di questi pionieri arrivati da Magnano in Riviera e Artegna.
A luglio organizzano anche una festa della birra friulana «con protagonisti i formaggi e i salumi che ben conosciamo grazie ai contatti che abbiamo con molte aziende friulane e che qui sono molto apprezzati. Da noi davvero tutto profuma di casa».
Mamma Edda sta preparando la polenta in cucina. Ce lo dice al telefono Marco, mentre si riscalda vicino al camino del locale. Ci racconta di come i sapori della terra di origine si siano uniti e mescolati nel tempo a quelli della cucina del Medio e Basso Lazio.
Ci descrive i cannelloni, i tortelli agli spinaci fatti in casa, la faraona, il pollo alla cacciatora e ti sembra di essere lì, seduto a uno dei tavoli del Fogolar pronto per ordinare. «La nostra è una gestione familiare – prosegue poi Marco –, abbiamo creato un ambiente accogliente dove far sentire le persone a loro agio».
Il loro cuore resta e resterà per sempre in quella terra da dove partirono i nonni negli anni Trenta. Da dove tutto cominciò. Una storia, la loro, tutta in salsa friul-laziale. Una storia di famiglia, di lavoro, di fatica, di passione, di sacrificio, di determinazione. «Mai molà» dice Marco in un momento di pausa, nel suo «fogolar furlan di Latine».
Dove appeso a una parete della sala c’è un quadro che ritrae la loggia del Lionello e il castello di Udine. Dove il «mandi» ti accoglie e ti accompagna prima di uscire. Dove, quando si parla del Friuli, ti assale la commozione. Dove tutto, davvero, profuma di casa.
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