FriulAdria chiude con 19 milioni di utile
PORDENONE. Utile di 19 milioni, ottima redditività, quasi 20 mila clienti in più e impieghi per 6,5 miliardi, lo 0,8% in meno rispetto al 2011. È un bilancio «veramente importante» – per dirla come il direttore generale Carlo Crosara – quello che sarà presentato, assieme alla proposta di dividendo, sabato 20 aprile, a Pordenone, ai soci di FriulAdria. Importante perchè in un ciclo economico globale decisamente sfavorevole la Popolare è riuscita a confermare la propria redditività senza utilizzare fondi della Banca centrale europea.
«La situazione generale è molto difficile, anche per diversi istituti di credito – spiegail direttore generale –, quindi per noi è motivo di particolare orgoglio poter presentare un simile bilancio».
Tre i punti cardine della gestione 2012 di FriulAdria. «Il primo è l’attivazione del fondo di solidarietà a cui hanno aderito 128 dipendenti. Un fondo che ha significato accantonare 25 milioni per prepensionamenti anticipati di tre anni. Altro passaggio importante – continua Carlo Crosara – è stato l’adeguato delle sofferenze, indispensabile visti i deprezzamenti degli immobili. Infine, siamo l’unico istituto che non ha fatto ricorso alla Banca centrale europea: non abbiamo acquistato titoli di Stato. Questi tre elementi sono fondamentali per apprezzare la qualità del nostro bilancio, frutto di un’attività molto forte che abbiamo fatto sul territorio, soprattutto sugli impieghi – 6,5 miliardi, praticamente gli stessi del 2011 (-0,8%) – a favore di aziende e famiglie. Abbiamo scelto di non tradire la nostra vocazione».
L’anno scorso FriulAdria ha stipulato 2.300 mutui casa e ha continuato a sostenere diversi eventi di carattere economico-culturale («e lo stesso farenmo quest’anno», ha assicurato Carlo Crosara). I proventi sono aumentati del 2,3% grazie a un ottimo lavoro commerciale: sono stati acquisiti 19.800 clienti (10.500 in Veneto, il resto in Fvg). Il costo del credito è ovviamente aumentato, ma il rapporto fra costo del credito e impieghi resta sotto lo 0,9%: «il nostro rimane un portafoglio di ottima qualità».
E di qualità è anche il risultato 2012 del Gruppo Cariparma Crédit Agricole, presieduto da Ariberto Fassati e guidato dal ceo Giampiero Maioli, di cui fa parte FriulAdria assieme alla capogruppo Cariparma, alla Cassa di Risparmio della Spezia, Crédit Agricole Leasing Italia Srl consolidate integralmente e da Ca Agro-Alimentare e Crédit Agricole Vita Spa (ceduta a Ca Assurance a marzo 2012). Il 2012 si è chiuso con un risultato netto di 160 milioni.
La focalizzazione sull’attività bancaria tradizionale, testimoniata da 1.702 milioni di ricavi (+2,7 % sul 2011), e le numerose azioni di razionalizzazione degli oneri operativi ordinari (pari a 1.038 milioni al netto da accantonamento al Fondo solidarietà, sostanzialmente in linea con l’anno precedente) contribuiscono alla crescita della redditività della gestione operativa, senza penalizzare gli investimenti. In linea con gli anni precedenti, sono stati infatti effettuati circa 70 milioni di investimenti, per larga parte indirizzati a supporto di progetti strategici di sviluppo.
Nel 2012 il Gruppo ha provveduto anche all’accantonamento di 120 milioni destinati all’attivazione di un piano di incentivazione all’esodo che coinvolge oltre 700 adesioni volontarie. Questa iniziativa, che peraltro permetterà l’assunzione di oltre 100 giovani, consentirà al Gruppo di intraprendere un percorso di revisione del modello di servizio della rete distributiva, con maggior focus sulla multicanalità e sulle attività di consulenza. Il grado di copertura delle sofferenze è pari al 58,6%, tra i livelli più elevati del Sistema. Le sofferenze nette su impieghi delle banche commerciali si attestano a 1,7%, ben al di sotto della media di sistema.
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