Friulano vende un tartufo da record a Dubai per 50 mila euro

PORDENONE. E’ finito a Dubai il tartufo più grande del mondo per l’annata in corso e il sesto da record degli ultimi vent’anni. Lo ha comprato il ristorante italiano Roberto’s, spendendo 50.910 dollari per un tartufo, di origine toscana e del peso di un chilo e 150 grammi, che sarà utilizzato per condire 650 piatti.
Dietro l’operazione il “pusher dei tartufi” o “the truffle man”. Si chiama Massimo Vidoni, è pordenonese, ha 49 anni e da 28 esporta le eccellenze del made in Italy in giro per il globo.
«Soprattutto prodotti di nicchia», come lui stesso spiega al telefono. La nuova frontiera per esportare le eccellenze italiane, racconta, sono l’Asia e l’Africa. Fra i suoi clienti, oltre alla famiglia Trump, ci sono le teste coronate dei Paesi del Golfo, ma soprattutto i migliori ristoranti di mezzo mondo.
«Circa l’85 per cento dei prodotti che vendo – sottolinea – sono destinati ai grandi ristoranti in giro per il mondo. Mi conoscono un po’ tutti». Il primo tartufo gigante, ricorda, «da circa 1,3 kg, l’ho venduto 20 anni fa, a New York, dove ho vissuto 18 anni».
È lì, prosegue, «che ho conosciuto la famiglia Trump. Lavoravo nelle Trump Tower». Nel 2012 «mi sono trasferito a Dubai». Di qui tratta gli acquisti delle materie prime pregiate. «Compro i tartufi ancora prima che arrivino sul mercato».
Ogni settimana, spiega, «vendo circa 60 chili di tartufi». Provengono dalle Langhe, dalla Toscana, dall’Emilia Romagna e dal Molise. Ma su richiesta anche da Francia o Spagna. Con “Italtouch”, va avanti, «porto un tocco italiano all’estero».
Oltre al prezioso tubero, da tempo ha cominciato a promuovere il caviale e prodotti tipici italiani, come l’aceto balsamico di Modena, la pasta, il pecorino sardo e quelli friulani.
«Tutto rigorosamente halal», fa notare, per potere accedere ai mercati del Golfo. Con lui lavorano 10 dipendenti e fattura 3 milioni l’anno. E le prospettive, dice, sono positive. Oggi, conclude, il nuovo mondo è l’Asia, con Shanghai in testa, ma anche il Vietnam e, sorprendentemente, Paesi africani come Etiopia e Somalia, dove conta diversi clienti.
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