Friuli, anziani e poveri costano un miliardo fra doppioni e sprechi

UDINE. Poco meno di un miliardo di euro l’anno. È quanto costa, in Fvg, la spesa per gli interventi e i servizi sociali messi a disposizione dei cittadini delle quattro province. Un fiume di denaro, come si evince dal Rapporto sociale 2013, per finanziare il nostro welfare che, più o meno direttamente, dà lavoro a quasi 11 mila persone.
Ma se sanità e pensioni contribuiscono al sostentamento di tutta la società, i doppioni, gli sprechi, i buchi neri non mancano, come si evince dallo stesso rapporto regionale.
E infatti, se è vero come soltanto una parte venga coperta grazie a fondi totalmente made in Fvg, il complesso sistema di gestione e di finanziamento che traspare dal Rapporto, porta a dire allo stesso assessore alla salute Maria Sandra Telesca che va attuato «un piano di riforme capace di innovare i servizi sociali per renderlo in grado di rispondere con maggiore efficacia ai bisogni della popolazione».
Costi elevati. Il perimetro tracciato dal Rapporto inquadra il complesso delle attività relative alla predisposizione ed erogazione di servizi – gratuiti o a pagamento – o di prestazioni economiche destinate a superare e rimuovere le situazioni di bisogno e di difficoltà che la persona incontra, a esclusione di quelle assicurate dal sistema previdenziale e da quello sanitario.
I dati dell’Istat dicono innanzitutto che il Fvg è dietro soltanto alle Province di Trento e Bolzano e alla Valle d’Aosta come spesa pro capite. I 231,7 euro per cittadino, infatti, rappresentano una cifra più che doppia rispetto alla media nazionale che si ferma a 115,7.
Nel periodo compreso tra 2005 e 2011 il Fvg ha registrato un costante incremento delle uscite pari al 33,9% contro il dato italiano del 18,1%: ecco un dato su cui riflettere, dove possono annidarsi i doppioni e gli sprechi.
Numeri, peraltro, non esaustivi visto che dal computo viene esclusa sia la quota erogata dalla Regione a soggetti come associazioni o specifiche categorie di utenti, la spesa privata e la compartecipazione ai costi che le persone sostengono per l’ospitalità in strutture per anziani oltre all’assistenzialità dello Stato.
Un miliardo di euro. Entrando nel dettaglio della spesa corrente la prima cifra che balza agli occhi è quella sostenuta dall’Inps in Fvg per le 11 mila 939 pensioni di invalidità (media 269,77 euro mensili), le 38 mila 261 indennità, come l’accompagnamento, (486,11) e le 11 mila 399 pensioni o assegni sociali (414,08).
Il parziale, dunque, porta a 326,4 milioni di euro per il 2013, a cui va sommata la spesa sociale sostenuta dalla Regione e dagli enti locali stimata in 442 milioni.
Nel primo caso, tenendo in considerazione le poste di bilancio relative all’assessorato alla Salute e sommandole a quelle di carattere sociale di Infrastrutture, Lavoro e Cultura (28 milioni), parliamo di un ammontare pari a 295 milioni, mentre la spesa comunale è di 147 milioni, coperta per 45,1 milioni da finanziamenti regionali e 101,9 da risorse proprie.
Per quanto concerne la spesa sostenuta dagli utenti, inoltre, la stima gira attorno ai 200 milioni di euro per un calcolo complessivo della spesa – alla fine - di circa 950 milioni.
Personale. In un quadro complessivo che lo stesso Rapporto indica come “a geometria variabile” per la differenziazione e diversificazione di trattamento a seconda del territorio preso in considerazione – segnalato come uno dei principali punti di debolezza del sistema assieme alla mancanza di un’adeguata programmazione sociale regionale e a una produzione normativa locale datata, poco coerente e non armonica – è interessante anche analizzare la quantità di persone che lavorano grazie al welfare targato Fvg.
Il personale interno è composto da 894 unità, in prevalenza assistenti sociali, mentre quello in esternalizzazione ne conta mille 903 ed è costituito per la maggior parte da lavoratori nel campo dell’educazione e dell’assistenza.
Nelle comunità di accoglienza per minori fuori famiglia, quindi, risultano 273 impiegati che salgono a 706 nei centri diurni per la disabilità e mille e 28 nelle apposite strutture residenziali, mentre al servizio degli anziani lavorano 4 mila 247 persone e mille 622 nei nidi e servizi per l’infanzia. Il totale, quindi, spiega che le risorse umane occupate in regione nel welfare sono 10 mila 673 impiegati.
La Regione. Leggi e interventi sommatisi negli anni, competenze miste e non sempre chiare hanno creato, con il tempo, un sistema mastodontico su cui l’assessore alla Salute Maria Sandra Telesca vuole, pur con le cautele del caso, mettere mano.
«Grazie al Rapporto sociale – ha spiegato – per la prima volta abbiamo in mano il quadro completo della situazione. E il risultato che abbiamo ottenuto è quello di aver capito come sia inevitabile intervenire per ricalibrarne il funzionamento».
Passo dopo passo, ma a partire anche dalla spesa. «Corriamo il rischio – ha detto Telesca – di continuare lungo un processo di frammentazione degli strumenti e dei servizi che non risponde più alle esigenze della popolazione. Il Fvg, adesso, ha bisogno di rimodulare il proprio welfare aprendo un ragionamento che possa portare a concentrare i finanziamenti su un numero minore di interventi, ma più efficaci degli attuali».
E per l’assessore la legge sul sostegno al reddito studiata dalla giunta rappresenta «un primo, importante, passo in questa direzione» a cui ne seguiranno altri «per avviare una riflessione globale sul riordino dei servizi».
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